lunedì 11 aprile 2011

Perugia, potere e timidezza dei giornali

Perugia, giornalismo in festa, esiste una generazione, quella sotto i trent'anni che no si avvicina a un'edicola nemmeno con la pistola

Inizia domani con uno speech di Roberto Saviano il quinto Festival del Giornalismo. Grandi ospiti e reporter di frontiera per un confronto dal vivo con decine di migliaia di persone. Guardando il futuro dei media
(11 aprile 2011) Milena GabanelliDa tre o quattro anni l'universo dei massmediologi è unanime nel considerare il giornalismo un pianeta moribondo: quotidiani in crisi di vendite, testate che chiudono una dopo l'altra e un'intera generazione - quella sotto i trent'anni - che non si avvicina a un'edicola nemmeno con la pistola alla tempia.

Curioso dunque che in un quadro di tanta decadenza fiorisca, e proprio in Italia, un festival internazionale dedicato al giornalismo. Un evento che ormai è arrivato alla sua quinta edizione e che porta ogni anno a Perugia non solo nomi eccellenti tra gli addetti ai lavori, ma soprattutto decine di migliaia di persone che vogliono ascoltare, domandare, confrontarsi, conversare: e sì, sono soprattutto ragazzi, quelli che disertano scientificamente le edicole.

Contraddizione, follia, miracolo? No, semplicemente l'intuizione che a essere in pessima salute, in realtà, non è affatto la voglia di fare e di conoscere il buon giornalismo, ma soltanto le sue decrepite ortodossie novecentesche. E che a incuriosire i giovani invece sono le forme nuove con cui la comunicazione si slega dal suo passato e si mescola alla società, grazie alla Rete e alle nuove infinite forme di socializzazione delle news. Non è un caso che una fotografia scattata per caso con un telefonino, durante l'edizione 2008, mostri il volto un po' spaesato di un biondino coi capelli lunghi, in piedi in mezzo al pubblico: era uno sconosciuto Julian Assange, il fondatore di WikiLeaks.

Quest'anno Assange non ci sarà: come noto è agli arresti domiciliari in Gran Bretagna. A Perugia però dal 13 al 17 aprile si parlerà parecchio della rivoluzione mediatica provocata dal suo sito e più in generale delle frontiere dell'informazione ufficiale squarciate dall'era del Web: dal terremoto dell'Aquila al caso Aldrovandi, dal coinvolgimento delle community nella creazione di news alla crescita globale dell'attivismo on line, dai diritti dei Netizen al ruolo dei social media nelle rivoluzioni nordafricane, dalla funzione sociale del "factchecking" di massa fino al confronto sulle opinioni più contromano, come quella del guru Evgeny Morozov secondo il quale Internet in realtà aiuta i regimi totalitari.

A proposito, gli ospiti che parleranno al Festival Internazionale del Giornalismo sono, come ovvio, un grande mix di italiani e stranieri, ma tutti in qualche modo legati alla rivoluzione in corso della comunicazione e con l'occhio rivolto più al domani che al ieri. Nomi noti al grande pubblico, direttori di testate, inchiestisti, inviati, blogger e studiosi, ma anche portatori di piccole esperienze locali o di siti che per mille ragioni stanno innovando i media mondiali: li trovate tutti sulla pagina ufficiale Festivaldelgiornalismo.com, dove c'è anche il programma completo dei panel. (condensato da Espresso.it)

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