domenica 31 luglio 2011

Web visto da lastrminute, Macchianera Blog

Macchianera Blog Award 2011, votate

Ciao a tutti cari lettori e lettrici,
oggi invito tutti, in particolar modo quelli che mi seguono quotidianamente o al quale ho dato risposte, a votare "Il Dottore dei Computer" per i Macchianera Blog Award 2011!

Le categorie nelle quali chiedo di votare "Il Dottore dei Computer" ( http://www.ildottoredeicomputer.com/ ) sono le seguenti:

"Miglior Blog 2011" (categoria nr.1)
"Personalità in rete dell'anno" (categoria nr.2)
"Sito rivelazione dell'anno" (categoria nr. 3)
"Miglior sito o blog tecnico-divulgativo" (categoria nr. 7)

Inoltre è necessario votare qualche altro blog in quanto bisogna votare per almeno 8 categorie, e lo stesso blog non può essere votato per più di 4 categorie, se non avete grosse idee, vi consiglio di votare per il blog di due persone care, che ho avuto il piacere di conoscere grazie a questo sito:
"Tentar non nuove..." http://aneres-tentarnonnuoce.blogspot.com/ della bravissima cuoca divulgatrice Serena (in particolare per la categoria nr°9, "Miglior sito o blog culinario").
Poi ovviamente non posso non citare l'amico Emanuele Mattei http://emanuelemattei.blogspot.com/, ottimo sviluppatore di Roma.

Qualche altro sito che vi consiglio:
Viaggi e Pensieri http://nathansara.blogspot.com/ "Miglior sito o blog turistico" (categoria 29).
Caro Televip, http://carotelevip.splinder.com/ categoria "miglior sito o blog televisivo" (categoria nr.8).
A Gegio Film, http://agegiofilm.altervista.org/ categoria "miglior sito o blog cinematografico" (categoria nr.11).

Ovviamente se avete altri blog da segnalare, postateli come commento, se li ritengo particolarmente interessanti li aggiungo a questo articolo.

Il modulo di votazione lo trovate a questo indirizzo!

Ovviamente se avrò modo di arrivare tra le 5 nomination per festeggiare farò un omaggio a tutti coloro che risultano iscritti, a prima del 2 settembre 2011, alla mia newsletter!

sabato 30 luglio 2011

Web visto da lastrminute, Sapri, l'arenile fumante

Web visto da Positano news, Sapri, l'arenile fumante

Il filtro della sigaretta è tra gli elementi in assoluto più inquinanti. Lasciato a terra compie un’azione devastante per l’ambiente. Occorrono infatti almeno 5 anni per degradarsi, figuriamoci se lasciato nella sabbia. Malgrado ciò migliaia di mozziconi con filtro risultano su lunghi tratti della spiaggia di Sapri. Purtroppo, se non saranno in qualche modo rimossi, finiranno in mare con le mareggiate invernali. (condensato da Cilentonews.it)

Laboratorio delle parole, mercatino a Vatolla

Vatolla (Perdifumo), Nundinae, domani mercato le meraviglie dell’usato


Progetto “Nundinae ” – Meraviglie dell’usato recupero degli spazi urbani da sempre utilizzati come luoghi del commercio, fin dalle antiche fiere medievali.

Nundinae è, infatti, la commercializzazione dei prodotti usati di qualsiasi genere, promozione dell’artigianato locale, dei prodotti tipici del Cilento; modernariato, antiquariato, artisti del legno e del rame, cestai, arte povera, collezionisti, maestri del ferro battuto, utensileria antica, vintage, saponeria, oggettistica, cartoline d`epoca, libri e giornali, soprammobili, ceramiche e oggetti ricordo d`epoca, mobili vecchi, bambole, pizzi, merletti, ricami, giocattoli; modellismo.

Nundinae, in questa occasione, offre la possibilità di acquistare, direttamente dai produttori, la “Cipolla di Vatolla”: dorata –bianca – rossa – rosata, da secoli delizia della migliore gastronomia del Mezzogiorno, dolce carnosa inebriante, afrodisiaca, proveniente dall’Asia; divenuta un prodotto eccellente della Dieta Mediterranea.

E’ un’occasione importante per promuovere le aree interne del Cilento ricche di storia e cultura, paesaggi incontaminati, tradizioni. Organizza la Fondazione Giambattista Vico; Comune di Perdifumo; riqualificare; potenziare l’economia delle aree interne; le risorse locali;

giovedì 28 luglio 2011

Alle radici della musica pop

Al giorno d’oggi, a volte impropriamente, sovente si parla di musica pop: il termine pop nacque negli anni sessanta del secolo scorso, e stava a indicare le correnti artistiche innovative dell’epoca che avevano una matrice popolare. Da qui il termine pop art. Ecco perché, ancora oggi, si usa frequentemente il termine pop, quasi stia a significare che tuttora le arti pop di quegli anni continuano ad essere attive e presenti. Certo, il termine è talmente intimamente legato alla parola popolare, che nella pratica, tutt’oggi, lo si continua a usare anche in maniera forzata; tanto che la sua accezione, col passare dei decenni, ha sicuramente subito mutamenti: le star di musica leggera, o di musica rock, sono indubbiamente molto popolari, ecco perché oggi si tende a dimenticarsi un po’ dell’etimologia del termine.
Sarebbe un peccato, però, da parte nostra, non ricordare le reali circostanze e i motivi che favorirono la nascita delle vere e proprie Arti Pop. Diciamo subito che la musica pop degli anni '60 - '70 era, sì, una musica popolare, ma una musica che, nel corso di una quindicina d’anni (dagli inizi dei sessanta fino alla metà dei settanta), andò progressivamente evolvendosi, non solo nell’ambito degli influssi etnici da cui derivava (come vedremo più avanti, gli influssi erano determinati dalle interazioni sia da parte degli ascoltatori che da parte degli artisti: giovani che viaggiavano da una parte all’altra del mondo con una sola chitarra in spalla e con tante idee di rinnovamento e di pace e tanti buoni propositi in testa), ma si trattava, a tutti gli effetti, anche di un’evoluzione tecnica di composizione e di esecuzione musicale, visto che il giovane hippy era per lo più un giovane adulto che voleva inserirsi, a ragion veduta, in una società nel pieno fermento del consolidamento economico e politico di un dopoguerra ormai lontano, in una società conscia di aver superato gli ostacoli maggiori con l’ausilio delle tecnologie industriali; e questa presa di coscienza, soprattutto da parte dei giovani statunitensi, era dovuta a vere e proprie necessità, piuttosto che a scelte di opinione. Immaginate di essere ventenni, o anche più giovani (per molti lettori sarà cosa facile, visto che lo saranno, bene:) e di venire svegliati, un bel mattino, da una missiva che vi annuncia il vostro imminente obbligo di partire, previa breve preparazione, alla volta del Vietnam; il ché sarebbe già sufficientemente traumatico, anche senza aggiungere che in Vietnam bisogna andarci per combattere, per fare la guerra, per uccidere nostri simili, proprio a casa loro, proprio nei luoghi dove essi hanno sempre abitato, in nome di un ideale, peraltro, non del tutto chiaro (né successivamente chiarito).
Ecco, questo è quanto poteva prospettarsi ai ragazzi americani in quegli anni. Tante cose sono cambiate, ovviamente, da allora: oggi si tende invece a favorire sempre di più il volontariato, nell’ambito delle guerre, cercando di limitare ed eliminare definitivamente il servizio di leva anche in periodi di pace. Lo scenario, quindi, è mutato in maniera rilevante, grazie anche a quelle prime proteste, nate dai giovani sostenitori della pace. Questi, tra i principali motivi che favorirono le sperimentazioni nella cerchia di tutte le forme artistiche pop: ecco perché la presa di coscienza ed il cammino evolutivo, soprattutto nelle tecniche musicali (anche perché la musica, in breve, divenne essa stessa, grazie all’evolversi dei mass media, un grande mezzo di comunicazione di massa). Si incominciarono ad allestire giganteschi concerti in luoghi dove i giovani ascoltatori, per diverse giornate, vivevano all’addiaccio e potevano fruire di quella musica che da tante parti del mondo attingeva i più svariati stilemi. Si ricorda il famoso festival di Woodstock, dove una folla di cinquecentomila giovani, nell’agosto del 1969, accorse ad un raduno felicemente organizzato, al quale parteciparono le più note rockstar dell’epoca, per vivere all'aperto tre giorni di musica e di pace.
Diversi musicisti, allora semisconosciuti, debbono a questa manifestazione la popolarità che conobbero in seguito. Da parte del giovane ascoltatore americano, quindi, c’era la volontà di cercare significato nel testo di una canzone che non evadesse la contingenza di una realtà oggettivamente problematica, e dove l’unica via d’uscita era vista nel prendere le distanze da quell’ordinamento civile così tendente all’ordine in madre patria, ma così pieno di contraddizioni e comunque conduttore di una politica estera, quantomeno dal punto di vista umano, dalle caratteristiche almeno discutibili.
Di più: il giovane ascoltatore e sostenitore del pop pretendeva, anno dopo anno, di vedere e toccare con mano l’evoluzione tecnica dei musicisti ai quali prestava fede e che non voleva più, a differenza degli anni cinquanta, come portatori di allegria e spensieratezza. Quindi, ricerca di affermazione dell’ascoltatore attraverso un portavoce di emozioni: il cantante o lo strumentista che, sempre più frequentemente, eseguiva il suo a solo, vera e propria improvvisazione all’insegna del qui e ora, modo di espressione storicamente tipico delle improvvisazioni jazzistiche. Certo, a differenza del jazz, il rock di quegli anni (che costituiva la materia del giovane americano sopra la quale plasmare stilemi caratteristici di altri generi) poteva essere interpretato da musicisti non così preparati tecnicamente, ma che, durante il lungo cammino evolutivo, li avrebbe portati a migliorare notevolmente le loro attitudini sonore ed artistiche.
Dunque, a differenza dei decenni precedenti, la funzione stessa degli strumenti musicali e il loro significato, nell’ambito della musica popolare occidentale, smisero di assumere la veste di mera caratteristica di accompagnamento, mentre prendeva corpo una consapevolezza d’esser tutti protagonisti: tutti gli appartenenti al gruppo musicale rispecchiavano, in piccolo, ma dal grande palco, un po’ quello che era il grande gruppo che ne costituiva il seguito, ovvero quelle folle oceaniche che si riunivano in cortei per dimostrare il loro dissenso. C’è da dire che la convinzione era tanta, grazie anche all’uso di droghe più o meno leggere; ma con il tempo, a distanza di dieci - quindici anni, inizierà a manifestarsi un malessere tipico di ferite esistenziali mai definitivamente cicatrizzate, dovute, probabilmente, all’eccessiva pressione cui il giovane hippy era sottoposto nel suo quotidiano e longevo vivere controcorrente, e che si evidenzierà con la progressiva incapacità di rapportarsi e confrontarsi con il sorgere di nuove tendenze e culture musicali di natura differente, quantomeno negli intenti: le tendenze punk.
Attorno ai primi anni '70, quando già alcune battaglie ideologiche erano state vinte, quando anche si intravedeva il raggiungimento di altri traguardi, sia pur nelle difficoltà superate di volta in volta, non senza sacrifici di percorso, la musica pop giunse a livelli tecnici di esecuzione, ma soprattutto di composizione, che probabilmente mai prima si erano visti raggiungere nell’ambito delle culture popolari occidentali: in breve, le arti pop si accostarono alle arti classiche e portarono influssi anche in queste. Nella musica contemporanea si sperimentava l’elettronica nell’identica maniera con cui venivano usati sintetizzatori analogici - creatori di suoni e rumori in grado di riprodurre ogni situazione - anche in ambito pop. La musica pop, dunque, approda nella musica colta contemporanea. Ancora oggi viene difficile trovare una rigida collocazione del compositore Stockhausen, ad esempio, nell’ambito della musica elettronica e sperimentale. Frank Zappa, dopo decenni di "gavetta” nella sfera delle tecniche del jazz rock, tra genio, sregolatezza e provocazione, arriverà, negli anni ottanta, ad essere unanimamente riconosciuto compositore contemporaneo, grazie a sue opere che saranno non solo puntualmente eseguite dalla London Synphony Orchestra diretta da Kent Nagano, ma anche dirette dal celebre compositore contemporaneo Pierre Boulez. Dicevamo di come la musica pop sia un genere che nasce da situazioni sperimentali, nonché dall’unione/fusione di stilemi di vario tipo, parallelamente alle arti visive , al progressivo diffondersi del teatro dell’assurdo, alla letteratura della beat generation degli anni cinquanta e della neoavanguardia .
In America, negli anni sessanta, avviene, peraltro, la fusione storica di due generi musicali precedentemente dominio di differenti razze conviventi (la nera e la bianca): il Blues ed il Country. Bob Dylan fu uno degli artefici di questa unione ideologica, e uno dei capisaldi promotori, assieme alla sua fiamma Joan Baez, della protesta pacifista. Un momento storico in cui Blues e Country si affiancano per scavalcare il Rock & Roll di Elvis Presley, assimilandone le radici rhythm & blues e usandole come mezzo di espressione per rappresentare un certo grado di aggressività latente nel giovane di quegli anni, accompagnato da testi con notevoli affinità alla poesia della neoavanguardia. In molti casi sono testi duri, di denuncia e di condanna di una cultura, quella occidentale, che non vedeva di buon occhio ogni tentativo pacifista di colmare lacune nei rapporti internazionali tra diverse culture. In altri casi sono racconti che mostrano e narrano l’orgogliosa sofferenza e l’avventura di un mondo nuovo e giovane all’insegna del peace and love. Larghe vedute troveremo nei modi di pensare del giovane americano, che lo porteranno, oltre che a fraternizzare con il compagno nero e ad unirsi in una lotta ricondotta in un’unica direzione contro l’imponente Establishment industriale degli U.S.A., anche ad avvicinarsi alle varie tradizioni e filosofie orientali (soprattutto al Buddismo Zen), viste come vere e proprie fonti alternative a quelle generatrici della civiltà dei consumi e del plusvalore.

Web visto da lastrminute, da Lampedusa a Napoli

"Napoli si conferma città dell'accoglienza", dichiara l'assessore alle Politiche Sociali e dell'immigrazione Sergio D'Angelo, in occasione dell'arrivo in città di altri 40 minori extra comunitari non accompagnati dopo il precedente trasferimento di circa 100 minori avvenuto nelle scorse settimane. I giovani nordafricani sbarcati a Lampedusa, sono partiti questa mattina da Porto Empedocle e saranno accolti questa sera dall'assessore presso l'Istituto S. Antonio la Palma alla Sanità e affidati a strutture ponte di accoglienza per minori.

mercoledì 27 luglio 2011

Mario Borghezio commenta la strage di Oslo (violenta polemica)

Mario Borghezio, Lega Nord, sue parole sulla strage di Oslo, sotto inchiesta dalla procura di Milano, sono stato frainteso

Dopo le dichiarazioni choc sulla strage di Oslo e Utoya , è il momento delle scuse da parte dell’europarlamentare della Lega Nord, Mario Borghezio. Scuse rivolte soprattutto ai parenti delle 76 vittime uccise dal fanatico Anders Brievik, del quale Borghezio aveva “apprezzato” le idee.

Ma le scuse non bastano e così questa mattina la procura di Milano ha aperto un’inchiesta nei confronti dell’europarlamentare che però non ha perso la vis polemica e si è difeso dichiarando che «con Bossi non ho parlato - dice - non ho sentito nessun dirigente: comunque avrebbero potuto ascoltare meglio le mie parole originali. In ogni caso, le dimissioni nessuno me le ha chieste».

Le frasi incriminate, che hanno suscitato lo sdegno di tutto il mondo politico, Lega in prima fila, Borghezio le ha pronunciate nel corso di una trasmissione radiofonica, sostenendo che le idee di Anders Brievik «al netto dei propositi violenti», sono condivisibili al 100 per cento. Frasi che hanno costretto il Carroccio ad intervenire, con il ministro per la semplificazione Roberto Calderoli a chiedere scusa alla Norvegia per le parole «terribili e inqualificabili» del collega di partito. Parole seguite da una scia di polemiche e dalla ripetuta richiesta di dimissioni dell’europarlamentare. Lo sdegno per l’intervento dell’esponente del Carroccio non si è placato neppure oggi ed ha varcato i confini nazionali.

Stamane è arrivata l’indignazione del Presidente del Parlamento europeo, Jerzy Buzek, che, in una nota, ha definito i suoi commenti «dissennati e offensivi» tali da non corrispondere «alle idee di alcun partito politico che si rispetti». Anche il ministro degli Esteri Franco Frattini è tornato a chiedere a Borghezio di fare un passo indietro e «porgere le sue scuse personali» per quelle che ha definito «frasi farneticanti». Poche ore dopo è arrivata la notizia della decisione della procura di Milano di aprire un’inchiesta conoscitiva sulle dichiarazioni rilasciate dall’esponente del Carroccio. Poi in serata, la marcia indietro. Borghezio si è scusato con la Norvegia e con i parenti delle vittime della strage. E si è messo «a piena disposizione dell’autorità giudiziaria». «Penso che la Lega - ha commentato - mi conosca e abbia capito il grado di strumentalizzazione delle mie parole. (Il SecoloXIX)

Morte di un trans storico

Gioacchino Stajano Starace, meglio noto col nome di Jo (Il Foglio)

Gioacchino è morto, fu il primo transessuale dichiarato in Italia ma dopo essere stata la regina della Dolce Vita. Nipote di Achille Starace, cambio nome all'anagrafe, in Maria Gioacchina Stajano Starace. Scrisse per giornaletti sexy, fece fotoromanzi porno e cercò di farsi monaca, si metteva d'accordo con in paparazzi per farsi fotografare. Giovanni Farzati

martedì 26 luglio 2011

Web visto da lastrminute, cani avvelenati a Catanzaro

Catanzaro, Squillace superiore, killer dissemina esche, diversi cani morti

Negli ultimi giorni diversi cani sono stati ritrovati morti a Squillace superiore, scrive catanzaroinforma.it, a segnalare l'accaduto è un lettore che, tramite la nostra redazione, vuole denunciare il fatto. ''In pochissimi giorni sono stati uccisi sei cani, con l'uso di veleni; ed un settimo è stato salvato per miracolo - scrive Rosario Massara -. Tengo a precisare che non si tratta di animali randagi, ma domestici, che non avevano mai portato disturbo a nessuno. Il "killer" sta seminando per le vie cittadine "esche", evidentemente di piccole dimensioni, che gli ignari animali mangiano morendo fra atroci sofferenze nell'impotenza più totale dei loro padroni. A nulla è valso, ogni volta, il tempestivo intervento del veterinario. Ovviamente, ci siamo già mossi pubblicando un manifesto e sporgendo denuncia. Voglio inoltre ricordare che l'uccisione di un animale in Italia è un reato penale. Ognuno di noi ha il diritto di non "amare" gli animali, ma questo non gli da la possibilità di ucciderli come gli pare e piace'.

lunedì 25 luglio 2011

Giornalismo, ritorno ai lettori

Giornalismo, ritorno ai lettori e alla lezione di Montanelli

Nel pieno delle polemiche che stanno squassando il mondo del giornalismo in relazione al caso News of the world, Marco Pratellesi, sul suo Mediablog, rilancia la proposta avanzata sul Guardian da George Monbiot e propone una prima bozza di ‘giuramento’, nel nome di un ritorno ai lettori e alla ‘’lezione’’ di Indro Montanelli

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“Il giornalismo politico britannico è un club a cui appartengono sia i giornalisti sia i politici”, ha scritto Janet Daley, editorialista del Sunday Telegraph. Questa contiguità si trasforma in familiarità, in condivisione di aspirazioni e interessi che sono inconciliabili con il ruolo di controllo dei poteri che i giornalisti dovrebbero esercitare.

In un post sul suo blog su Vanity Fair (Ripartire dai lettori: il News of the World e la lezione di Montanelli) Marco Pratellesi commenta così la vicenda che sta squassando il mondo del giornalismo (e della politica, almeno in Uk), invocando appunto un ritorno alla ‘’lezione di Indro Montanelli: sono i lettori i miei unici padroni’’ e suggerendo ai giornalisti, sulla scia di George Monbiot, una sorta di ‘’giuramento di Ippocrate’’.

Vigilare sul potere; saper opporsi agli interessi degli imprenditori-editori per cui si lavora; riconoscere di aver sbagliato, quando succede. (www.lsdi.it)

Giornali web 37 minuti al giorno

Giornali web, 37 minuti al giorno, ilpassaggio al digitale è già avvenuto

Una ricerca su 600 lettori delle 20 maggiori testate di informazione francesi ha scoperto che essi dedicano 37 minuti al giorno alle pubblicazioni digitali rispetto ai 22 minuti destinati alla carta stampata – ’’Questo numero incredibilmente alto dimostra che il passaggio al digitale è avvenuto – almeno per i lettori di grandi media nazionali’’, commenta Frédéric Filloux in una delle sue ultime Mondaynote, partendo dall’ analisi di come il linguaggio stia cambiando – Il termine lettori online si è trasformato in lettori digitali, osserva, spiegando che lo slittamento terminologico riflette due tendenze: l’ esistenza di una gamma sempre più ampia di strumenti e lo spettacolare aumento della mobilità – Altre ricerche sul campo

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The new faces of digital readers
di Frédéric Filloux
(Mondaynote)

(traduzione di Giusy Furlan)

Il linguaggio sta cambiando: il termine lettori online si è trasformato in lettori digitali.

Lo slittamento terminologico riflette due tendenze: l’ esistenza di una gamma sempre più ampia di strumenti e lo spettacolare aumento della mobilità.

Lo provano alcune recenti ricerche. La prima risale a fine giugno ed è stata diffusa a Parigi da Havas Media, la maggiore agenzia pubblicitaria europea (in Francia ha il 25% del mercato), che ha effettuato un sondaggio su un gruppo di 600 persone che leggono i 20 principali quotidiani nazionali e settimanali francesi. I risultati ottenuti dal sondaggio possono tranquillamente essere estesi anche altrove, in quanto la situazione nel campo degli apparecchi digitali è paragonabile a quella di altri mercati.

Ecco i principali risultati:

Gli intervistati dichiarano di dedicare 37 minuti al giorno alla lettura di pubblicazioni digitali rispetto ai 22 minuti al giorno per la carta stampata. Questo numero è incredibilmente alto, dimostra che il passaggio al digitale è avvenuto – almeno per i lettori di grandi media nazionali. Ma non è così per tutti; più in generale, come ha scoperto Nielsen, gli utenti di internet dedicano non più di 30 minuti al mese alla lettura di quotidiani on-line. Risulta quindi fondamentale andare incontro agli utenti per così dire “fedeli” piuttosto che attirare utenti inesperti, meno coinvolti e meno interessati al fattore economico che contraddistingue le pubblicazioni digitali.

Com’ è distribuito l’ utilizzo dei media? secondo l’indagine di Havas Media, il 51% degli intervistati preferisce i siti web, il 31% le edizioni elettroniche dei vari giornali e il 17% utilizza applicazioni. Dati che mostrano la predominanza del web, dovuta a due fattori: l’alto volume di contenuti liberi e gratuiti e l’ importanza delle notizie in tempo reale.

In contrapposizione, un aspetto problematico delle pubblicazioni digitali deriva dal fatto che la maggior parte di queste usa ancora un formato PDF. Un formato che non offre al lettore un’ esperienza ottimale e non soddisfa le esigenze di mobilità: velocità di download e comfort di lettura anche sullo schermo di smartphone (a causa della mancanza di una buona interfaccia e di un utilizzo ancora relativamente scarso dei tablet).

Quando vengono lette le notizie sui dispositivi digitali? Il break di metà mattina costituisce uno dei due momenti principali durante i quali gli utenti preferiscono dedicarsi alla consultazione del web (per il 36% degli intervistati) e di edizioni digitali e applicazioni (per il 21-22%). Il secondo momento è la sera, dopo il lavoro, quando invece vengono utilizzati uniformemente tutti i diversi dispositivi.

Il sondaggio indica anche i motivi principali del consumo di notizie online:

#1: Informazioni in tempo reale – menzionato dal 48% degli intervistati.

#2: Accesso libero – e sarà infatti difficile convincere la gente a pagare per le notizie. Ma la speranza c’è: il 29% dice che sarebbe disposto ad acquistare una versione digitale. È interessante notare che il 72% degli intervistati sarebbe pronto a ricevere pubblicità in cambio di un abbonamento digitale e il 54% sarebbe disposto a visualizzare più pubblicità pur di poter scaricare gratuitamente contenuti digitali.

#3: Disponibilità – un termine che comprende l’accessibilità e la facilità d’uso.

#4: Selettività – vista come un privilegio della stampa e un fattore chiave del gradimento.

Per quanto riguarda i tablet, il 77% di chi ne possiede uno muove solo i primi passi in internet, il 66% lo utilizza per lo scambio di e-mail, e il 62% per vedere video. I soggetti intervistati non dimostrano un grande interesse verso le applicazioni, infatti ne hanno scaricate gratuitamente solo 7, e quelle a pagamento sono ancora meno. Queste cifre sorprendentemente basse sembrano però caratterizzare solo il mercato francese.

Negli Stati Uniti, secondo il recente sondaggio Nielsen, il quadro è diverso: gli utilizzatori di iPhone e iPad hanno una media di 48 applicazioni di ogni genere nei lori dispositivi, contro le 35 per Androind e le 15 per RIM. Ma se si calcola il reale utilizzo di queste applicazioni, contando le persone che le aprono più volte al giorno (68% degli utenti di iOS, 60% per Android e il 45% per RIM) si può notare quale consente un miglior ritorno nell’investimento nel settore applicazioni. In termini numerici di applicazioni caricate ed utilizzate, se prendiamo una base di 100 per IOS, Android segnerà 64 e Blackberry 21.

Naturalmente, il quadro ha bisogno di essere raffinato: nel mercato dei tablet, Apple è in testa, ma in quello degli smartphone Android gode di una penetrazione del 38%, mentre iPhone del 27% e RIM del 21%, quindi complessivamente il risultato in termini di portata di mercato è lo stesso.

In conclusione, cosa significa questo per il mercato dei media?

1.C’ è ancora molta strada da fare in termini di applicazioni combinate ai browser, ma è principalmente una questione di qualità dell’ interfaccia.
2.La gente si aspetta notizie in tempo reale, anche nelle applicazioni, altrimenti non c’ è nessun valore aggiunto.
3.Le edizioni digitali hanno una risonanza maggiore rispetto alla qualità del brand, ma finché non sono supportate da applicazioni migliori in grado di fornire notizie in tempo reale, sono destinate ad avere un mercato relativamente limitato.
4.Il modello di pubblicità necessita di una maggiore dose di creatività: una fetta consistente di lettori sarebbe disposta ad accettare più annunci purché le pubblicazioni restino libere. E questo apre la strada alla reinvenzione del modello di sponsorizzazione per le edizioni digitali.
(lsdi)

sabato 23 luglio 2011

Agropoli, domani si apre la mostra per,sonale di Bruno Donzelli

Agropoli, mostra personale di Bruno Donzelli a Palazzo Pepe

Centro Storico, domani si apre la Mostra personale del maestro Bruno Donzelli (ore 20) esponente della pop art italiana, organizzata da Arte e Riflessi di Maurizio Carratù in collaborazione con la Fondazione Giambattista Vico di Vatolla e di Morra Arte Studio. Interverranno: Vincenzo Pepe Presidente della Fondazione Giambattista Vico Maurizio Carratù, Vincenzo Morra ed il giornalista del Mattino Gianni Colucci.

In un primo momento, la rassegna è stata inaugurata Il 2 luglio 2011 presso il “Palazzo Pepe”, struttura espositiva che sorge nel cuore del centro storico proprio accanto all’antica Porta di Agropoli che permette di accedere al nucleo abitativo più antico della città. La rassegna, che nasce dalla collaborazione tra la galleria “Arte e Riflessi” di Maurizio Carratù, la “Fondazione Giambattista Vico”, Morra Arte Studio di Vincenzo Morra ed il “Movimento ecologista europeo FareAmbiente”, quest’anno si è aperta nel migliore dei modi, con la mostra personale della pittrice Elena Virginia Constantinescu dal titolo “L’arte come devozione della bellezza”. Dopo la Mostra del maestro Bruno Donzelli, Palazzo Pepe ospiterà le opere del maestro Franco Azzinari, impressionista contemporaneo. Il Palazzo Pepe e la sua piazzetta, luoghi d’incontro e d’incanto, ospiteranno per l’intero periodo estivo numerosi altri eventi, tutti di grande respiro culturale.

Norvegia, la morte per tanti giovani innocenti

Norvegia, la morte per tanti giovani innocenti

Ma che bravi! Visto che gli USA e le potenzicchie europee sono impraticabili, ecco che i coraggiosi uomini della guerra santa (si fa per dire?) se la prendono con paesi come la Norvegia che non rompono i tabari a nessuno, salvo dare ospitalità e lavoro a un bel po’ di stranieri. Posso dire che sono indignata, oppure scopriamo che pure la Norvegia ha i suoi fantasmi nell’armadio? Io ne dubito e rimango indignata. Sempre più evidenziando che, oltre ad averne le tasche piene dei “religiosi”, ho le tasche strapiene di chi li finanzia (si, perchè mettere bombe qua e là non è che costa niente, vero? Qui prodest?)
(dal blog di Claudio Sabelli Fioretti)

Giovanni Farzati, Positano news, nessuno è al sicuro, troppi pazzi in circolazione, dicono alcuni, “guerra santa” di un cristiano integralista! ma se il cristianesimo predica l’amore per prossimo, la tolleranza e via dicendo, questo non ha neanche il coraggio di farsi esplodere, ha solo ammazzato giovani innocenti; il mostro è di casa, cristiano e di destra, come di sinistra o di centro..i pazzi sono a tutte le latitudini politiche; come la mettiamo?

Non condivido nemmeno i commenti di chi, come Sofri su Repubblica, dice “s’infrange il sogno del paese felice”; l’attentatore norvegese è un fondamentalista cristiano; Dobbiamo ritenerci sicuri qui in Italia con tutti questi cristiani che girano per le strade? letto su Facebook... chi lo ha scritto non ragiona per niente, tanto, pazzi generano altri pazzi, ma!

Grossista salernitano, esche per topi, record di vendite

Grossista salernitano di esche per topi, record di vendita


Giovanni Farzati, Positano news; i grani hanno un particolare odore, grano per topi, di colore rossiccio; i topi non resistono, dopo aver rosicchiato di tutto e di più facendo impazzire massaie e padroni di casa; li mangiano, nel giro di pochi minuti muoiono, le esche per topi; le vendite vanno su e i topi vanno giù, non è una spiritosa frase pubblcitaria, ma un settore commerciale dal fatturato in crescita.

Vendite in aumento, le richieste dei negozi sono tante, lo ha detto un grossita salernitano ad un negoziante del Cilento, sorpreso, "ne vendo molte buste di esche al mese", dice il titolare di un supermercato, "dimostrazione che i topi ce ne sono parecchi, perciò si vendono le esche".

venerdì 22 luglio 2011

Ciuffo seducente, topi

Grossista di esche per topi, record di vendita in provincia di Salerno


il titolo, testato su gog ci da un metro di notizia scoop

mercoledì 20 luglio 2011

Creare una radio

Maldepanza.com, Spreaker, creare una radio

Giovanni Farzati, Positano news; Spreaker.com è un sito internet che permette di creare una radio direttamente dal Pc di casa, l’unica cosa che ci serve è un microfono per poter registrare la nostra voce e diventare lo speaker della nostra nuova radio. Occorre registrarsi ma è possibile effettuare il login attraverso Facebook.

Il sito offre un’opzione gratuita ed una pagamento, la differenza tra i due tipi di account riguarda più che altro lo spazio a disposizione per caricare musica e i tempi di registrazione delle puntate. Con il pacchetto Basic si ha comunque tutto quello che ci serve per iniziare a trasmettere: 60 ore di libreria musicale, 3 ore di puntate e una console professionale per registrare la nostra voce e mixare il tutto con l’aiuto di moltissimi effetti sonori.

Se ti senti di avere talento in questo campo non ti resta che provare, potrebbe essere un trampolino di lancio per essere notati da qualche radio famosa!!

martedì 19 luglio 2011

Il suicido e don verzè

Claudio Sabelli Fioretti, un anno fa mi parlò di suicido
IL SUICIDIO E DON VERZE’


L’anno scorso ho intervistato don Verzé. Ad un certo punto lui mi parlò di suicidio. Mi disse:“Alla fine mi dissero: non si faccia intimorire dal cardinale Montini.
Deve solo temere che la sua opera faccia fallimento”. Io dissi: “E se fallisco?” Uno dei due mi disse: “Se fallisce, un giorno prima si butti dalla finestra del quarto piano”.”

E l’altro?

“L’altro disse: “Meglio che si compri subito una pistola e prima di fallire si spari”. Santa Madre Chiesa! Sacro Dicastero!”

Non ci credo. Le hanno consigliato di suicidarsi?

“E’ la verità. Come si fa a non dire la verità?”

Vademecum, qq

Vademecum di un ragazzo cilentano per superare una delusione d'amore
immagina di avere ottnt'anni

Giovanni Farzati, Positano news, avere ottant’anni; la nostra vita è stata quasi del tutto vissuta, con tutte le gioie; dolori; tempo d'estate, tempo di qualche cotta e di qualche cocente delusione d'amore, una buona medicina, rifugiarsi nella scrittura per lenire il mal d'amore.

Un ragazzo cilentano inquadra così la questione; non ha digerito la fregatura che le ha procurato una brunetta che lo ha piantato in asso, scrive su Facebook: "Si inizia dalle prime cotte adolescenziali, quando si è attratti dall’avvenente compagna di classe o prorompente professoressa. Queste piccole scaramucce d’amore ci lasciano dentro dei puntini, come dei brufoli scoppiati. Esce un po’ di sangue all’inizio, brucia un pochino ma poi dimentichiamo tutto. Noi dimentichiamo. Nel cuore, però, il ricordo di quel puntino resta, diventando bianco ed eterno. Poi…poi si arriva al primo grande amore. Il cuore nei giorni dell’amore è gonfio di gioia. Ci sembra di avere il mondo nelle nostre mani. Guardiamo tutto e tutti dall’alto in basso. Non ci manca nulla. All’improvviso, però, la catastrofe. Lei/lui che ci chiama dicendoci: “Mi dispiace da morire, credimi, io ti stimo tantissimo ma non provo più determinate emozioni. Addio”;l'innamorato trombato, catapultato nel buio, non sa come ci sia potuto capitare; dolore; disperazione offusca la mente.

Come risalire la china, il nostro amico allora si inventa un vademecum sul come comportarsi in simili occasioni; nei primissimi giorni (una settimana, circa) non ci resta che abbandonarci al dolore, anche esternandolo, con lacrime, urla ed oggetti rotti. E’ normale e condivisibile anche il mangiar poco, il non voler vedere nessuno ed aver voglia di sprofondare, davvero, negli abissi.Evitare, nel modo più assoluto, di cercare lui/lei. Sarebbe un errore mortale perché ci giocheremmo ogni possibilità, anche minima, di riavere quella persona al nostro fianco. La mente delle persone è strana e contorta. Chi fugge attrae, chi c’è sempre stanca. Il non farci sentire, magari cancellandoci anche da Facebook o altro social (mai eliminare lei/lui, sarebbe un segnale di cattiva educazione). Far sentire la nostra assenza può essere il miglior modo per far capire la nostra importanza. Il silenzio è più rumoroso, spesso, di molte urla… Dopo i primissimi giorni di clausura, bisogna iniziare a riprendere, gradualmente, le redini della nostra vita in mano. Usciamo, curiamo il nostro aspetto, parliamo del nostro disagio e dolore con gli amici, cercando di esorcizzarlo. Non colpevolizziamoci. Non siamo stati noi (o solo noi) a sbagliare. Non cercare subito un’altra persona. E’ vero che chiodo scaccia chiudo ma gli essere umani non sono degli oggetti da utilizzare per lenire il nostro dolore. Non dimentichiamo che lealtà e correttezza devono essere i principi guida della nostra esistenza. Inoltre, il nostro cuore, in questa fase, è ancora, ferito. Un’altra persona potrebbe confonderci le idee rischiano di peggiorare la nostra situazione.

Ciclisti d'Italia, un automobilista che vi vuole bene

Io, Ivano, questo ho da dire ai ciclisti d'Italia


Sì, sono uno di quelli al volante
che immancabilmente vedete sfrecciarvi accanto.
Oh, certamente uno che vi rispetta
ci mancherebbe altro!
Non sono per dire quello che suona solo per farvi capire
che è lui il padrone della strada
imponendosi anche con la propria carrozzeria!
Sono solo uno che ha fretta e che viaggia
con l'automobile e che magari però
ha un attimo di stizza, in quanto
dalle nostre parti, la strada è sempre stretta
e lì davanti siete un pericolo.
E così ogni volta che vi vedo in balia di noi automobilisti,
mi viene da pensare: come faranno in certi paesi più a nord di noi
ad essere così organizzati, precisi,
con le loro belle e sicure piste ciclabili che scorrono
parallele alle strade delle macchine?
Come facciamo noi nel Bel Paese invece,
ricco di infiniti paesaggi a non avere
delle piste per i ciclisti
che da quella loro misteriosa fatica
vogliono godere laghi, fiumi e monti?


A proposito di quella fatica:
ciclista,
svela a me che viaggio sempre in macchina e
solo per necessità, svela il tuo segreto!
Perchè la tua corsa?
Perchè pedali senza una coppa all'arrivo,
Perchè usi il tuo tempo sempre scarso
per faticare sulle salite e anche nelle pianure?
Quando ti vedo arrancare lassù sulla rampa
ad ogni centimetro una gronda di sudore,
ciò che intuisco è che la sfida è solo con te stesso
con un mondo che solo a te appartiene.
Un mondo che non ha bisogno di applausi
ma che è vero ed essenziale:
un mondo infinito come quello del poeta,
come una tela bianca per il pittore,
come un messaggio per il raccontatore di favole.
Dimmi se ciò è vero?


Ivano Rota

lunedì 18 luglio 2011

Gli italiani che leggono i giornali

I numeri, gli italiani che leggono i quotidiani

Nonostante il secco calo (meno 7%) di lettori dell' edizione cartacea, gli italiani che leggono i quotidiani nelle loro varie forme sono aumentati del 2,4% rispetto al 2009 (come quelli dei settimanali) - Internet sfonda la barriera simbolica del 50% della popolazione italiana attestandosi al 53,1% (+6,1% rispetto al 2009) – Ma si accentua vistosamente lo scarto fra chi utilizza la carta e chi no: nel 2006 le persone ‘’estranee ai mezzi a stampa’’ erano il 33,9%, nel 2011 sono diventate il 45,6% degli italiani.

Quasi un italiano su 2 non ha alcun rapporto con l’ informazione su carta – I dati del 9° Rapporto Censis-Ucsi sulla comunicazione in Italia – Internet e le fratture sociali – Italia al 22° posto per penetrazione della rete fra i 27 paesi dell’ UE – Giornalisti poco indipendenti e quindi inaffidabili.
condensato da lsdi

Musica popolare cilentana, Paola Salurso

Musica popolare cilentana, ritratto di Paola Salurso

Paola Salurso; la canzone popolare cilentana, una grande vocalità, capace di evocare antiche suggestioni; ha collaborato per diversi anni con il Gruppo musicale "Atammusia" diretto Dal cantautore Gianfranco Marra (Vincitore del Premio Recanati del '92); con gli Atammusia si è esibita in numerosi concerti in Italia e all'estero; continua la ricerca di nuove forme espressive: dal pop al jazz e alla musica Etnica; nascono così le collaborazioni di Paola Salurso con i Mercato Nero, Paki Palmieri, Michele Pecora, Otello Profazio, Tristema, Marco Bruno.

Paola Salurso ha partecipato a trasmissioni televisive RAI e FININVEST; nel 2002 vince la XIII Edizione del Premio Città di Recanati con il brano "Suli" di cui e coautrice ed interprete femminile; l'incontro e la collaborazione con il cantastorie Otello Profazio e il cantante siciliano Peppe La Commare accendono in Paola Salurso un grande interesse (una forte passione) per la Sicilia, le sue tradizioni e naturalmente la sua musica.

sabato 16 luglio 2011

Ciuffo seducente, delusione d'amore

Vademecum di un ragazzo cilentano per superare una delusione d'amore
immaginare di avere ottnt'anni

Immaginiamo di avere ottant’anni. La nostra vita è stata quasi del tutto vissuta, con tutte le sue gioie ed i suoi dolori. Proviamo a togliere il cuore dal nostro petto per analizzarlo. E’ fondamentale per fare un bilancio della nostra vita. Il più delle ...volte ci troveremo di fronte alla fotografia satellitare di una città, piena di vie, strade ed autostrade. Guardando con attenzione, però, capiremo subito che non si tratta di strade e vie ma di cicatrici. Proprio così. Quando saremo anziani, il nostro cuore sarà pieno di cicatrici. Ogni storia d’amore, anche la più piccola o addirittura mai vissuta, ci lascia dei segni indelebili. Si inizia dalle prime cotte adolescenziali, quando si è attratti dall’avvenente compagna di classe o prorompente professoressa. Queste piccole scaramucce d’amore ci lasciano dentro dei puntini, come dei brufoli scoppiati. Esce un po’ di sangue all’inizio, brucia un pochino ma poi dimentichiamo tutto. Noi dimentichiamo. Nel cuore, però, il ricordo di quel puntino resta, diventando bianco ed eterno. Poi…poi si arriva al primo grande amore. Il cuore nei giorni dell’amore è gonfio di gioia. Ci sembra di avere il mondo nelle nostre mani. Guardiamo tutto e tutti dall’alto in basso. Non ci manca nulla. All’improvviso, però, la catastrofe. Lei/lui che ci chiama dicendoci: “Mi dispiace da morire, credimi, io ti stimo tantissimo ma non provo più determinate emozioni. Addio”. Catapultati nel buio infernale, non sappiamo come ci sia potuto capitare ciò. A chi abbiamo nociuto per meritare un simile dolore? Disperazione, voglia di farla finita, rabbia ci offuscano la mente. In quel momento nel cuore c’è una ferita enorme. Il sangue sgorga a fiumi. Che fare? Come posso riconquistarla? Perché, diciamocelo, anche la più orgogliosa delle persone, in quei momenti, pensa a riavere quella persona. La malattia e la cura. L’antitesi per eccellenza. E’ possibile riconquistare una persona che ci dice di non amarci più? Non sarebbe, meglio, forse, convincerci che nella vita tutto passa ma niente uccide e cercare di iniziare a vivere, piano piano, di nuovo, la nostra vita? Speriamo di trovare una domanda alla fine di questo percorso, perché, sinceramente, nemmeno io, umile autore di queste pagine, conosco la risposta. Capitolo 1 I GIORNI DELL’ABBANDONO Da un po’ di giorni avvertivamo un suo cambiamento. Freddezza, magari appena accennata, poche parole dolci e noi che stiamo male ma non abbiamo il coraggio di chiedere chiarimenti per paura di quella risposta. Poi, un giorno, ti squilla il telefono ed arriva la sentenza: “Mi dispiace da morire ma nonostante ti stimi da morire, non provo le tue stesse emozioni ed ho deciso di non volerti più vedere né sentire”. Così, con parole simili a queste, la persona che amiamo ci lascia. Senza pietà, senza nemmeno cercare di dircelo in faccia, guardandoci negli occhi, quegli occhi che fino a qualche giorno fa erano, a suo dire, tutto. Sprofondiamo in un abisso, dove tutto è nero. Iniziamo a porci mille domande, chiedendoci il perché di quelle parole. Dove abbiamo sbagliato? Perché non me ne va una buona? A chi ho fatto del male prima di nascere? Ha un altro/un’altra? La voglia di uscire passa. Lo stomaco si chiude o si apre a dismisura. Ma…qual è il miglior modo per reagire? Riassumiamo in alcuni punti ciò che bisognerebbe fare, quando non riusciamo a veder che male e dolore. Nei primissimi giorni (una settimana, circa) non ci resta che abbandonarci al dolore, anche esternandolo, con lacrime, urla ed oggetti rotti. E’ normale e condivisibile anche il mangiar poco, il non voler vedere nessuno ed aver voglia di sprofondare, davvero, negli abissi.Evitare, nel modo più assoluto, di cercare lui/lei. Sarebbe un errore mortale perché ci giocheremmo ogni possibilità, anche minima, di riavere quella persona al nostro fianco. La mente delle persone è strana e contorta. Chi fugge attrae, chi c’è sempre stanca. Il non farci sentire, magari cancellandoci anche da Facebook o altro social (mai eliminare lei/lui, sarebbe un segnale di cattiva educazione). Far sentire la nostra assenza può essere il miglior modo per far capire la nostra importanza. Il silenzio è più rumoroso, spesso, di molte urla… Dopo i primissimi giorni di clausura, bisogna iniziare a riprendere, gradualmente, le redini della nostra vita in mano. Usciamo, curiamo il nostro aspetto, parliamo del nostro disagio e dolore con gli amici, cercando di esorcizzarlo. Non colpevolizziamoci. Non siamo stati noi (o solo noi) a sbagliare. Non cercare subito un’altra persona. E’ vero che chiodo scaccia chiudo ma gli essere umani non sono degli oggetti da utilizzare per lenire il nostro dolore. Non dimentichiamo che lealtà e correttezza devono essere i principi guida della nostra esistenza. Inoltre, il nostro cuore, in questa fase, è ancora, ferito. Un’altra persona potrebbe confonderci le idee rischiano di peggiorare la nostra situazione. Mostra altro
Di: Raffaele Meola
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venerdì 15 luglio 2011

Ciuffo seducente, Paola Salurso

Paola Salurso nasce come interprete della tradizione popolare cilentana e del sud Italia. La sua vocalità,caratterizzata da una notevole componente espressiva e comunicativaè capace di evocare antiche suggestioni e rendendole quanto mai attuali. Ha collabo...rato per diversi anni con il gruppo musicale “Atammusia” diretto dal cantautore Gianfranco Marra (vincitore del Premio Recanati del ’92) nella ricerca e diffusione della musica tradizionale del Cilento. Con gli Atammusia si è esibita in numerosi concerti in Italia e all’estero. La sua continua ricerca di nuove forme espressive la porta a sperimentare diversi generi musicali: dal pop al jazz e alla musica etnica. Nascono, così, diverse collaborazioni: Mercato Nero, Paki Palmieri, Michele Pecora, Otello Profazio, Tristema, Marco Bruno e tante altre. Ha lavorato come turnista in diverse produzioni musicali: il Cd "Navigando" di Michele Pecora (distribuito dalla RTI) è solo una di queste produzioni. Ha preso parte a diverse trasmissioni televisive (RAI e FININVEST). Nel 2001 nasce il gruppo “Sudando”, con il quale nel 2002 vince la XIII edizione del Premio Città di Recanati con il brano “Suli” di cui è coautrice ed interprete femminile. L’incontro e la collaborazione con il cantastorie Otello Profazio e il cantante siciliano Peppe La Commare accendono un grande interesse e una forte passione per la Sicilia, le sue tradizioni e naturalmente la sua musica e nel 2004 rielabora, così,, con il gruppo Mercato Nero, alcuni brani della fertile cultura popolare siciliana, con particolare riferimento alla sua figura più rappresentativa: Rosa Balistreri. Dal 2005 è la voce femminile della Compagnia di Musica etnica “AntiquaSaxa”, con la quale nel 2006 è tra i vincitori del Musicultura Festival e riscuote un notevole successo di critica. Nel 2007 partecipa alla trasmissione televisiva di Rai 1 “I Raccomandati” con l’attore Enzo De Caro, vincendo una puntata e qualificandosi seconda nella finalissima. Il 2008 è stato un anno particolarmente significativo. Oltre a partecipare nuovamente a I Raccomandati in una puntata speciale che vede in gara gli artisti maggiormente votati delle passate edizioni , mette in piedi il progetto musicale “Dal Canto Mio , la tradizione partenopea tra emozioni e suggestioni “ con il quale riscuote particolare successo. Esporta, inoltre, oltreoceano la tradizione popolare campana partecipando a due mini tournèe negli Stati Uniti , prima a Las Vegas e poi a New York. Sempre nel 2008 partecipa in veste di attrice allo spettacolo teatrale "Compagni di merenda" per la regia di Pierluigi Iorio.Mostra altro
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giovedì 14 luglio 2011

Inguaribili bugiardi, libro a Paestum il 27 luglio

Inguaribili bugiardi, il libro di Gerardo Antelmo e Andrea Pesciarelli
Viaggio semiserio tra le contraddizioni dei nostri politici (e non solo).
a cura di Gerardo Antelmo e Andrea Pesciarelli.

Che si terrà il giorno 27 luglio 2011 alle ore 20:00 presso il lido “Il Brigantino” via Laura - Capaccio (Sa)

Interverrà l’ autore Gerardo Antelmo

martedì 12 luglio 2011

Il libro del parroco di Vatolla

Il libro
Vatolla, la vita quotidiana in un paese del 700

E' in uscita la seconda edizione del libro di Padre Innocenzo Siggillino, "Il Vico inedito, appunti da un diario"; vita di contadini, giornalieri, di servi, di vaticali, tutti coinvolti nella vicenda della famiglia del grande signore e dei pochi notabili che gli fanno corona a Vatolla, un piccolo paese del Cilento.

Preside alla Facoltà di Scienze Politiche all'Università di Salerno, Luigi Rossi, ne ha curato la prefazione de "Il Vico inedito, appunti di una diario", c'è dentro tutto nella prefazione di Luigi Rossi; libro di fresca; avvincente lettura

Scrive Luigi Rossi: il Vico, nella sua stanza al castello, o sotto il celebre ulivo che ancora si conserva a Vatolla, egli entra in dialogo con saggi e sapienti del passato, da lui interrogati per poter cogliere il fluire del tempo. Il libro, gli appunti del diario immaginario, si trasformano in occasione per fornire al lettore uno spaccato di Vatolla nel 700.

lunedì 11 luglio 2011

Laboratorio delle parole, una nuova truffa

Sul blog di Sabelli Fioretti la confessione di una nuova truffa, il cinese sotto l'auto

Porto un amico in macchina alla stazione. Mi fermo nel piazzale, lui scende a destra e io a sinistra, lui apre la sua porta e io la mia. Sulla mia porta sbatte con un tonfo sordo un uomo sconosciuto, che prima non avevo visto, rotola sul lastrico con lamenti strozzati. Lo guardo: un cinese. Sono sbalordito. Il mio amico è costernato. La gente intorno ride. La odio: come si fa a ridere di un incidente? S’è fatto male un cinese, è vero, ma i cinesi sono uomini come noi. Mi chino sul poveretto, lo tiro su, ma lui resta curvo premendosi la pancia. Appare un altro cinese, mai visto prima, dov’era nascosto? Il ferito dice: Pòlis, pòlis. Vuole la polizia. Il paciere mi guarda, propone: Cento euro. Io esito, temo di avere qualche responsabilità penale. Il paciere lancia la soluzione: Cinquanta euro. E tira fuori un telefonino e preme i tasti. Guardo i tasti che preme, sono sbagliati, se vuole la polizia deve fare uno uno tre. Uno uno tre, gli suggerisco. Mi guarda sorpreso, risponde: No italiano. Non capisce l’italiano. Allora glielo dico in inglese: One, one, three. Preoccupatissimo, risponde: No english. No italiano, no english, ma che lingua capiscono? No problem, gli dico, tiro fuori il mio cellulare e faccio uno uno tre. Alzo lo sguardo. Il ferito si rialza subito, e insieme s’allontanano di corsa. Signori, è nata una nuova truffa: il cinese sotto l’auto.

domenica 10 luglio 2011

Barbara Zappon è morta

Barbara Zappon è morta, scaraventata dentro un fossato e lasciata lì

Barbara è morta, travolta da un’auto. Era una clochard, giovanissima. Aveva 39 anni ma non ne dimostrava piu’ di 19. Minutina,spesso con lo sguardo vuoto ma con gli occhi più belli che mai avessi visto. Due occhi dove specchiarsi, limpidi, diretti.Portava sempre dei foulard attorno al capo: le davano un’aria orientale, zingaresca. Una ragazza bellissima e sfortunata. Prima un incidente,come un macabro destino, le aveva causato una parziale invalidità, assolutamente irrilevante, poi un aborto: causa scatenante del suo avvicinamento all’eroina. Povera piccola ragazza. Ora Barbara Zappon è morta, scaraventata dentro un fossato e lasciata lì. Chi l’ha travolta, un ragazzo di 27 anni, ubriaco, poi si è costituito. Era vicina a casa, un paesino ai piedi dei colli, Bastia di Rovolon. Con la sua immancabile bici se ne stava tornando dal suo girovagare infinito. Aveva promesso il suo ritorno alla madre, dopo un periodo di carcere sicuramente destabilizzante. Non è riuscita a tornarci viva. La incontravo spesso, lì all’angolo tra Gucci ed Hermes, dove la realtà assume contorni di plastica. La sua richiesta di elemosina strideva in quel crocevia di maschera. Ci scambiavamo solo poche parole e qualche monetina -Come stai? Hai mangiato oggi? Hai un posto caldo per dormire stanotte? Ti prego fanne buon uso di questi miseri soldi- In realtà era lei che mi rassicurava. Con un sorriso che ti apriva il cuore, rispondeva che lei stava benissimo, che non mi dovevo preoccupare. Si certo, li avrebbe usati adeguatamente… Cosa fosse per lei adeguato non gliel’ho mai chiesto, ma in cuor mio mi illudevo. Almeno i miei non li avrebbe usati per bucarsi. Lei che trovava il tempo e la voglia di informarsi se tu, invece, stavi bene…. La vidi proprio la scorsa settimana. Non mi ero potuta fermare a parlarle, come abitualmente facevo Ora penso che avrei dovuto salutarla. Per l’ultima volta. Irisilvi sul blog di Pino Scaccia



Giovanni Farzati, Positano news; notizie così mettono una tristezza, un magone, c'è rabbia perchè capisci che una vita è stata spezzata e buttata a faccia sull'erba da un mitomane della velocità. Poi scorri i giornali locali, ed ecco ad Ostia dove piovono multe come rane, per fare una battuta!

Questo fine settimana i Carabinieri del Gruppo di Ostia hanno effettuato una attività di controllo del territorio, al fine di prevenire e reprimere quei comportamenti che incidono sulla sicurezza degli utenti della strada soprattutto per evitare le stragi del sabato sera.

Circa ottanta militari sono stati impegnati per tutta la notte per contrastare anche lo spaccio di sostanze stupefacenti tra i giovani e le infrazioni al codice della strada connesse con l’abuso di alcool e con l’alta velocità.
I militari equipaggiati con gli autovelox, etilometro e drug-test, hanno controllato un centinaio di auto e identificato circa 150 giovani, tre di questi di età compresa tra i 21 e i 25 anni, sono stati denunciati per guida sotto l’effetto di alcool, con conseguente ritiro delle rispettive patenti di guida.

Nel mirino dei militari sono finiti anche i chioschi notturni e venditori ambulanti di bibite e panini. I Carabinieri del Gruppo di Ostia insieme agli ispettori dell’Ufficio Igiene della Asl Roma D, hanno effettuato dei controlli ed ispezioni in alcune strutture e ai venditori ambulanti di generi alimentari piazzati nei luoghi di maggior affluenza di giovani, rilevando a carico di 3 di quest’ultimi infrazioni di tipo igienico-sanitario e redigendo contestualmente verbali per complessivi 6000 euro.

Diario di strada, la più crudele delle stagioni

Diario di strada, la più crudele delle stagioni

Giovanni Farzati, Positano news; Nina, anziana, con i suoi 90 anni, è carica di esperienze di vita, momenti belli per il paese, momenti brutti, siamo nel paese di Marco Nese, Perdifumo; nome curioso; Nina racconta; noi rimaniamo impressionati, nel 1977, una ragazza del posto sparì nel nulla, dopo giorni fu trovata morta in un boschetto.

Quell'estate per un costruttore di Agropoli fu l'inferno in terra; accusato di aver rapito e uccisa la ragazza di Perdifumo; finì dietro le sbarre, l'accusa faceva paura, era lui il responsabile; la Magistratura con cautela valutò ogni cosa, il costruttore fu rimesso in libertà, non era stato lui ad uccidere la ragazza.

Si sa, chi ha scansato il pozzo senza fondo di un carcere da innocente, si ente rinato, il costruttore in un suo terreno vicino Agropoli, si costruisce da se una piccola edicola votiva con l'immagine della Madonna, per ringraziarla di avergli restituito la libertà, la tranquillità, grazie Madonna, grazie per sempre.

venerdì 8 luglio 2011

Marcialonga Castellabate 18 agosto

La MARCIALONGA di CASTELLABATE - " 1° Memorial ARNOLFO TATA " giovedì 18 agosto
chilometri 9 circa

Castellabate



organizza Nicola Paolillo


Partenza dalla Frazione Lago, attraversamento di S.Maria (corso), scalata del colle dell'Angelo ed arrivo sul Belvedere di Castellabate, ora giovedì 18 agosto · 18.00 - 22.00

giovedì 7 luglio 2011

L'altra casta ciclistica, un record lunare

PAOLO MARABINI Era il record del ciclismo più longevo della storia. Oltre 15 anni di resistenza, 5270 giorni senza riuscire a schiodare quel granitico 4' 11"114, stampato sui 4 km dall' inglese Chris Boardman, che a Manchester, il 29 agosto 1996, spingendo un rapporto disumano - 51x12, quasi 9 metri con una pedalata - sconfisse nella finale mondiale dell' inseguimento l' azzurro Andrea Collinelli, fresco di oro olimpico e primatista in carica sino a 24 ore prima. Sì, Boardman, quel gigante che, rannicchiato su una bici avveniristica poi vietata dal regolamento, con le braccia sdraiate sul manubrio a canna di fucile, pochi giorni dopo quella prodezza portò il record dell' ora a 56,375 km, limite mai più avvicinato da nessuno, anche perché quattro anni più tardi l' Uci lo congelò, approvando solo i record realizzati con bici convenzionali. Come Bolt Ebbene, da ieri Boardman, il suo mostruoso 4' 11"114 e la sua era chiacchierata non ci sono più, spazzati via dall' australiano Jack Bobridge ai campionati nazionali, sulla pista del Dunc Gray Velodrome di Sydney: 4' 10"534 il tempo finale del 21enne talento di Adelaide, il giovane rampante che ha cancellato un mito. Un po' come dire Usain Bolt che demolisce il 19"32 sui 200 di Michael Johnson, uno dei totem della storia dell' atletica. L' impresa era comunque nell' aria. Già il baby fenomeno americano Taylor Phinney, iridato negli ultimi due anni, aveva fatto capire che i tempi per cancellare Boardman erano maturi. E Bobridge, un ragazzo per il quale aveva speso parole pesanti anche Lance Armstrong, formatosi un po' anche in Italia attraverso i tanti ritiri della Nazionale australiana in provincia di Varese, era l' altro predestinato più gettonato. Londra 2012 Dopo aver avvicinato l' inglese un anno fa nella stessa occasione (4' 14"427), ieri «Bobby» lo ha detronizzato dall' albo del primato dei 4 km siglando in qualificazione una prestazione superlativa. Poco prima aveva assistito alla prova di Rohan Dennis, esibitosi in un non meno stupefacente 4' 13"399. E il tempo del rivale (poi sconfitto nella finale corsa su crono più alti) gli ha dato la scossa: 1' 06"477 il passaggio al 1° km, 2' 07"270 al 2°, 3' 08"798 al 3°, prima dell' apnea finale culminata con il 4' 10"534 da consegnare alla storia. Nella quale, dal ' 64 al ' 67, entrò anche il mantovano Luigi Roncaglia, con un 4' 52" ormai lontano anni luce dalle ultime prodezze. «Non mi capacito ancora di quello che ho fatto - sono state le prime parole di «Bobby», pro' dal 2010 con la maglia della Garmin, iridato under 23 a cronometro nel 2009 e plurimedagliato su pista a tutti i livelli -: quando ho visto il tempo sul display, ho pensato che il cronometro si fosse fermato un giro prima. Sono molto sorpreso, perché non mi sono preparato in maniera specifica per questi campionati. Sì, mi sono allenato duramente, ma soprattutto in funzione dell' attività su strada». Non a caso tre settimane fa ha vinto il titolo nazionale nella gara in linea e oggi volerà al Tour del Qatar dove domenica, dopo il cronoprologo di 2,5 km, potrebbe indossare la prima maglia di leader. Ma il suo sogno, per ora, resta in pista. «L' oro olimpico a Londra con il quartetto non ha prezzo». **** 57,600 km la media oraria di Bobridge Con 4' 10"534 Jack Bobridge ha migliorato il record di Chris Boardman di 580 millesimi: sui 4 km, il 21enne australiano ha tenuto una media di 57,600 orari **** «SONO INCREDULO» «Non mi capacito ancora. Addirittura pensavo che il cronometro si fosse fermato un giro prima...» ha detto

Marabini Paolo Gazzetta dello sport

Castellabate, Benvenuti al nord

Castellabate, dopo Benvenuti al sud, Benvenuti al nord, ciak il 4 settembre

Giovanni Farzati, Positano news; Benvenuti al Nord; riprese a Castellabate dal 4 al 10 settembre; si torna a ridere con Bisio e Siani, ampio servizio di Tg24 - Sky.it con intervista ad Alessansro Siani e Claudio Bisio.

Nel profilo Facebook di Enrico Nicoletti il video con l'intera intervista su Tg24-Sky; dopo il successo di 'Benvenuti al Sud', la coppia comica sarà di nuovo sul grande schermo; nel cast anche Valentina Lodovini e Angela Finocchiaro.

New entry, nel nuovo film di Luca Miniero; Paolo Rossi; Benvenuti al nord sarà nelle sale dal 27 gennaio 2012; tutti sperano, la produzione, gli attori, il regista, di bissare il successo di..Benvenunti al sud.

mercoledì 6 luglio 2011

Momento poetico cilentano

Momento poetico cilentano, è pettegole rò vico

E' tutto un mormorio, se Domenico Infante con il libro (Cronache del vicolo) ci racconta di un vicolo di Napoli, Marpi 51, con la sua pungente poesia, ci racconta in versi, vita, pensieri e..cattiverie di un vicolo di un paese del Cilento.

Stanno sempe mieza a' via
o affacciate a nù balcone,
nù tenenno niente a' fà
è tutti quanti han a' sparlà.
Vir'a' chella, s'è n'grassata
nù nc'à fa chù a cammenà,
e chill'ato cà jestema,
sienti quanti "santi fà"
O' spazzino, mò nù vene,
mò chi ha dà pulizà?
Puro o' vico s'è spurcato,
tocca a nui è scupà
S'è saputo cà Ndunetta
s'è spartuta cò marito?
N'ato ammore s'è truvata
pecchè o' primo era fernut.
Tuzzoleano ò portone?
Mò chi sò chist'ati ccà?
Vonno è sordi pà "Maronna",
qualche cosa l'avimm'a rà
E'pettegole rò vico,
accussì passano u'tiempo,
nù teneno chè penzà,
sulo chelo, sanno fa. (Marpi 51)

Dalla Germania in bicicletta, lo scrittore pedalatore

Dalla Germania a Paestum (in bicicletta) gli anni Cinquanta
dell'editore tedesco Klaus Wagenbach

Klaus Wagenbach, editore che in Germania lancia i nostri scrittori,per lui, l'Italia, in dagli anni Cinquanta è terra d'amore; non solo per i monumenti del passato, ma prima di tutto per i modi di vita e le idee. Il suo eroe è Pier Paolo Pasolini. Racconta. "Era il 1951, avevo ventun'anni, studiavo l'arte. Ho fatto un viaggio in bicicletta, avevo pochi marchi in tasca. l'Italia? era un paese ancora rurale, ragione per cui trovavo ospitalità di gente incontrata per strada, da una casa all'altra, sono arrivato in bici fino a Paestum, nel Cilento..(Espresso.it)

martedì 5 luglio 2011

La notte della Rete, per dire no alla censura su internet

Giovanni Farzati, Positano news,oggi pomeriggio, 17.30, il popolo di internet si è dato appuntamento a Roma per La notte della Rete contro la delibera Agcom, che intende ridurre il web al silenzio con una delibera che, sotto il cappello della tutela del diritto d'autore, permetterebbe in pratica di rimuovere contenuti dai siti internet senza l'intervento di un giudice, scrive il sito www.padpad.eu, in piazza ci saranno associazioni in difesa della libertà di espressione, blogger, politici, artisti, semplici cittadini per esprimere il loro dissenso a questo provvedimento già ribattezzato "ammazza internet".
Se non sei a Roma o non puoi essere fisicamente in piazza, puoi seguire la diretta in streaming dalle 17,30.

In calo incidenti sul lavor nel 2010

Ancora in calo gli incidenti sul lavoro. Nel 2010, il numero dei decessi è sceso per la prima volta sotto la soglia dei mille.

Sono stati 980, registrando un calo del 6,9% rispetto ai 1.053 del 2009 e toccando un nuovo minimo storico dal dopoguerra, gli incidenti sul lavoro (Il Sole24ore) in diminuzione anche gli infortuni nel complesso: lo scorso anno sono stati 775mila (775.374 per la precisione) in calo dell'1,9% rispetto ai 790.112 del 2009. I dati sono contenuti nel rapporto annuale dell'Inail, presentato alla Camera, assieme al presidente della Camera Gianfranco Fini.

Sartori: nessun effetto rimbalzo nel 2010
L'Inail valuta poi in 165mila gli infortuni "invisibili", ossia di lavoratori in nero, di gravità medio-lieve (175mila nel 2006) calcolati sulla stima Istat 2009 di 3 milioni di lavoratori sommersi. «Il positivo risultato del 2010 - spiega il presidente dell'Inail, Fabio Massimo Sartori - non era scontato, sia perché il calo infortunistico del 2008-2009, con il -9,7%, si presentava come la riduzione più alta dell'ultimo quindicennio, sia perché un terzo circa della diminuzione complessiva era dovuto alla grave crisi economica e occupazionale che colpiva l'Italia e il mondo intero. Personalmente temevo che, per una sorta di un effetto rimbalzo, il 2010 evolvesse in una ripresa del fenomeno infortunistico invece così non è stato».

documentiInail Osservatorio infortuni

Inail rapporto annuale 2010

Non diminuiscono gli incidenti sul lavoro per gli immigrati
Lo scorso anno, i morti sul lavoro sono diminuiti in tutti i settori: agricoltura (-10,2%9, industria (-9,7%) e servizi (-3%). In controtendenza i trasporti con un aumento del 9,8 per cento. Gli infortuni in itinere, ossia al di fuori del luogo di lavoro nel percorso casa-lavoro-casa, sono diminuti del 4,7%, quelli in occasione di lavoro, cioé all'interno del luogo di lavoro, sono calati dell'1,5%. Aumentano del 5,3% gli infortuni tra i lavoratori della strada, ossia autotrasportatori merci, autotrasportatori di persone, rappresentanti di commercio, addetti alla manutenzione stradale. Il 2010 é stato un anno peggiore, secondo l'Inail, per i lavoratori stranieri, rimasti coinvolti in 120.135 infortuni contro i 119.240 del 2009. «All'incremento - rileva l'Inail - ha contribuito in maniera significativa la componente femminile, +6,8% contro il -1,2% dei maschi» per la «progressiva e continua crescita» di colf e badanti straniere.

Impennata per le malattie professionali
Impennata invece per le malattie professionali, lievitate del 22% con 42.347 denunce, 7.500 in più rispetto al 2009 e oltre 15mila in più, il 58%, rispetto al 2006. Le malattie professionali «sono protagoniste, anche nel 2010, di un nuovo record: +22%, pari a 42.347 denunce, 7.500 circa in più rispetto al 2009 e oltre 15mila in più rispetto al 2006, +58%», sottolinea Sartori. «La crescita del fenomeno, eccezionale nell'ultimo biennio, si motiva principalmente con l'emersione delle cosiddette malattie "perdute" - spiega Sartori - incentivata dalle numerose iniziative avviate dall'Inail con il contributo delle Parti sociali e dei medici di famiglia. Una particolare evidenza va assegnata alle malattie muscolo-scheletriche da sovraccarico bio-meccanico, da tempo le più denunciate a livello europeo e divenute negli ultimi anni, anche in Italia, prima causa di malattia professionale con il record di denunce (circa il 60% del totale nel 2010)».

Forum di Torchiara, tre anni di attività

Torchiara, dal Forum con impegno

Giovanni Farzati; verba volant, scripta manent, le parole volano, lo scritto rimane; Forum Giovanile di Torchiara nel Cielnto,tre anni di attività, ha pubblicato un interessante opuscolo.

Il titolo "Noi ci siamo"; chi lo ha letto con attenzione è rimasto sorpreso dai tanti progetti relaizzati; tra i quali (Giovani in corto, cortometraggio sull'educazione stradale presentato al Festival di Salerno; Premiato con un diploma di merito; Forum di Torchiara e i terremotati d'Abruzzo, distribuiti barattoli negli esercizi commerciali e raccolte offerte. Altro su www.forumtorchiara.it

lunedì 4 luglio 2011

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Web visto da Positano news, ambiente, tigri del Bengala, un caso raro in cui a rimetterci è l'uomo

E' stata di recente istituita in Bangladesh una task force per tutelare le 400 tigri del Bengala che vivono nel Parco nazionale del Sundarbans, la più grande estensione di foresta di mangrovie al mondo.
La decisione, che si attendeva da tempo, scrive paesitropicali.com, è stata presa dopo l'ultimo sequestro di pellicce, ossa, denti ed altre parti del maestoso animale in via d'estinzione, tuttora sconsideratamente utilizzate nella medicina tradizionale cinese o in cucina.

Se le guardie e i ranger possono servire a scoraggiare i bracconieri, sono di scarsa utilità a placare la rabbia delle popolazioni locali, spesso vittime degli attacchi dei grandi felini. Perché in Bangladesh decine e decine di pescatori vengono uccise ogni anno dalle tigri “mangia-uomini” e il numero di attacchi mortali è purtroppo in aumento.

Le Sundarbans, ai confini tra Bangladesh e India, sono luoghi selvatici, habitat delle tigri ma anche degli esseri umani. Circa mezzo milione di persone vive a stretto contatto con la foresta e da essa in parte dipende: qui i capi famiglia vengono a pescare, a raccogliere miele o a tagliare legna.
Non è facile educare le popolazioni locali a proteggere le tigri quando questi animali, che hanno sviluppato una singolare propensione per la carne umana, stanno diventando una fabbrica di vedove e di orfani.

Più spesso i felini uccidono in foresta ma di notte si spingono furtivamente anche nei villaggi, per predare mucche e capre e, quando capita, esseri umani. Quali sono le cause del conflitto?
Nei Sundarbans vive la popolazione di tigri più numerosa al mondo; la foresta di mangrovie, che si estende per circa 20mila chilometri quadrati, è un'area protetta dal 1973 inclusa nella lista dei siti patrimonio mondiale. Il suo ruolo è di fondamentale importanza: non soltanto protegge il paese dai devastanti cicloni provenienti dal golfo del Bengala, ma è anche l'habitat di moltissime specie adattate alle particolari condizioni di questo ambiente d'estuario, che non ha eguali in termini di biodiversità.

L'area è regolarmente inondata dalle maree del golfo del Bengala e l'acqua dolce, seppure garantita dall'afflusso del Gange, scarseggia in certi periodi dell'anno; l'innalzamento del livello del mare registrato nell'ultimo decennio contribuisce ad aumentare la salinità del luogo e le tigri hanno difficoltà a trovare acqua da bere. Anche le prede cominciano a scarseggiare e questo rende i grandi felini sempre più affamati.
Le tigri del Bengala hanno imparato a nutrirsi più di pesce che di cinghiali, cervi e altri grossi mammiferi, sempre meno disponibili; sono abilissime nuotatrici e andando in cerca di prede salgono a bordo delle barche mentre il pescatore dorme, attirate non tanto dalla presenza dell'uomo, quanto dal pescato conservato sotto le assi delle piccole imbarcazioni.

La convivenza non è facile; la gente è conscia del pericolo ma l'estrema povertà spinge i locali a frequentare quest'ambiente selvaggio, popolato non soltanto da tigri ma anche da serpenti velenosi e temibili coccodrilli marini, che si nascondono nelle acque torbide della laguna.
Gli abitanti dei villaggi rurali continuano ad andare nella fitta boscaglia per raccogliere miele e, impegnati nella ricerca degli alveari, non si accorgono che alle loro spalle c'è un felino affamato in agguato. Gli uomini usano indossare maschere dietro la nuca, che pare scoraggino le tigri ad attaccare alle spalle, costruiscono recinti e cercano quando possibile di lasciare illuminati i villaggi durante la notte.
Quando un felino si introduce nei pressi delle zone abitate viene circondato e il più delle volte colpito con frecce sedative; ma non sempre è possibile. L'anno scorso 51 persone sono state attaccate dalle tigri; i locali, dal canto loro, ne hanno uccise tre. Un crimine compiuto dalla comunità contro la vita selvatica o lotta per la propria sopravvivenza?

sabato 2 luglio 2011

Least diary 1

Least diary, Tass al Basler Zeitung giornalisti a Paestum e Agropoli

Una delegazione di 20 corrispondenti per l’Italia di varie testate internazionali, visiteranno, fino a domani 3 luglio, come scrive Cilentonews.it, i luoghi più belli e significativi dei comuni di Capaccio Paestum ed Agropoli. Dall’agenzia russa Tass al Basler Zeitung tedesco, dal finlandese Hesingin Sanomat al Nikkley Trendy giapponese, sono solo alcune delle testate interessate. Il press tour, coordinato dalla dott.ssa Barbara Guerra ed organizzato nell’ambito del progetto “Percorsi Culturali ed Enogastronomici Paestum Agropoli,

venerdì 1 luglio 2011

Livio Borriello, Renato Rovetta, una vita da eretico

“Una vita da eretico” – ma anche: una vita da eretista: mai un attimo di sosta, un’impellenza felicemente patologica di scrivere, di agire, di scrivere per agire, di svelare continuamente la realtà per trasformarla… Questa la vita di Renato Rovetta, ex rampollo altoborghese, ex sessantottino, ex podista, ex insegnante, ex giornalista dell’Unità, ex tutto, ed ora solo liberissimo battitore del giornalismo italiano sul glorioso sito satirico bresciablob.com.(*) Rovetta questa vita ce la racconta con una formula letteraria piuttosto insolita, quella dell’autobiografia in terza persona. Espediente assai opportuno, che da una parte attribuisce alle vicende un tono più narrativo, dall’altra impedisce all’autore di imbrodarsi in un’autocelebrazione, lo costringe a un’analisi più distaccata e obiettiva, e lo dispensa da tutta una serie di psicologismi estranei alla sua natura.
Il racconto, che attraversa tutti i 60 anni della storia della nostra repubblica, e che ad essa si intreccia strettamente, procede dunque come una sequenza serrata e avvincente di fatti, che sarà compito del lettore dare interpretare.
Nato da una famiglia “ricca” del Nord, condizione già in sè emblematica, Rovetta, che nel racconto si chiama Giovannino (con un diminutivo che sembra l’unico atto di tenerezza che l’autore concede a se stesso) manifesta immediatamente la sua irrimediabile irrequietezza e diversità, elude le aspettative paterne e si dedica con tutto se stesso all’impegno politico. A Brescia non mancano i conformismi da denunciare, gli anni sono caldi e ancora c’è chi crede a certi ideali, ma Giovannino non smetterà di crederci per tutta la vita. La sua insofferenza alle regole e il suo senso etico rigoroso, talvolta rigido, lo mettono subito in conflitto col mondo, con la scuola, con le donne, con gli amati odiati bresciani, col potere democristiano prima, con quello berlusconiano poi, con gli stessi compagni della sinistra, per cui fuoriesce dall’ Unità e dopo lunghe vicissitudini approda a fondare un sito di fronda, bresciablob appunto, che è uno dei pochissimi in Italia, e potremmo forse ipotizzare il solo, da cui la censura sia realmente, coraggiosamente e totalmente bandita. Rovetta è un fazioso, questo lo dicono tutti e in verità lo deplora anche l’estensore di questo articolo. Tutto quello che fa Berlusconi è sempre sbagliato, tutto quello che va contro Berlusconi è sempre giusto. Ma è un fazioso volterriano, un fazioso etico e corretto. Non dubitiamo che sul suo foglio virtuale accoglierebbe gli scritti di Hitler redivivo, o peggio, di Berlusconi in persona, se costoro gliene inviassero, come accoglie di fatto interventi provenienti da tutte le aree d’opinione. Rovetta crede fino in fondo alla sue idee, ma proprio perchè ci crede fino in fondo, e non fino a un certo punto come i faziosi della politica nostrana, riconosce a ciascuno un diritto sacro e inviolabile, quello di esistere in ciò che è più proprio all’umano, in ciò che ci costituisce più radicalmente e essenzialmente: di esistere nella parola. Rovetta è dunque un assolutista sul piano politico, un democratico su quello ontologico.
Attualmente Giovannino, ma ahimè anche Rovetta, sta facendo i conti con la malattia. Colpito, lui così infaticabile, da un ictus, deve costringere la sua energia esplosiva in un letto d’ospedale, e riesce a fatica a portare avanti il suo sito. Ma lo fa con la stesso spirito irridente di sempre, reso solo più amaro dalla conoscenza dei nuovi territori del male, non solo fisico, che la malattia gli ha dischiuso. E’ da dire anzi che le pagine più drammatiche del libro, quelle sulla malattia come anche quelle sulla morte della sorella, sono letterariamente le più pregevoli. E questo lo diciamo non per vizio di dolorismo, non per indulgere in quel deprecabile costume critico che disconosce l’alto valore del comico per riconoscere dignità e profondità solo al tragico. Al contrario, queste pagine traggono il loro spessore e la loro intensità proprio dal contrasto fra la materia tragica e il vitalismo di Rovetta, fra i pesanti limiti che gli impone la realtà e il continuo sberleffo con cui la irride. Così che, piuttosto cinicamente, si finisce per ringraziare il caso singolare che ci ha permesso di ammirare uno scrittore satirico alle prese con un tema così drammatico.
Rovetta ce la farà, ne uscirà – lentamente, certo – andrà avanti, e se non andrà avanti avrà già fatto quasi abbastanza, poichè non è mai abbastanza vivere intensamente. Intanto ha fatto quello che in fondo più gli premeva, scrivere e raccontare la sua vita da eretico, la sua vita che non ha mai delegato a nessuno, che non ha mai alienato al denaro, all’amore o al cielo – la sua vita che proprio perciò è stata una vita.

Ciuffo seducente, il giornalista nel pollaio del forum blog

Chi anima il blog, scrive un testo su un fatto di grossa attualità;
Ci sono i commenti di tanti;
un giornalista dai commenti ne tira fuori articolo editoriale

Editoriale, Palio di Siena

Il Palio e una città bellissima come Siena, in fondo è morto solo un cavallo


Giovanni Farzati, Positano news; il palio non è “corso” al fine di uccidere i cavalli : chi è senese lo sa bene e chi non lo è si indigna…( quanti tori sono stati uccisi nelle corride ad oggi ? posso azzardare ? centinaia di migliaia; oppure :vi sembra un bello spettacolo Pamplona ?)…il palio è uno sport anitchissimo e pericoloso; i senesi ce l’hanno nel sangue.

Chi difende i cavalli; il fatto che esistano altri divertimenti (tradizioni, costumanze, usi, antichissimi o meno) che implicano il rischio della vita ed incolumità di chi non può altro che subire le giocose scelte dell’uomo, vedi cavallo, non aggiunge dignità alla tenzone, che resta comunque giocata sulla pelle e con la pelle di chi non si può difendere; abolirlo? no; magari basterebbe cambiare qualcosa per rendere la corsa più sicura.

Da qualche parte ho letto che la bassa incidenza deliquenziale di Siena è data appunto,dal palio; si nasce e si muore con la consapevolezza di far parte di una contrada; Siena è una città culturalmente ricchissima.

Laboratorio delle parole

Agropoli, innocente sbattuto in galera negli anni 70, assolto per irngraziare la Madonna costruisce una piccola cappella

La famiglia aveva sperato di ritrovarla viva; invece no; la trovarono morta; niente feste estive dove ci si ubriacava, turisti facce tristi, non si scherzava nemmeno; addio belle notti di canti sotto la romatica luna cilentana; Perdifumo, in quel mese di agosto del 77, si stava avviando allegramente alla Sagra della Montagna, poi il botto, un macigno sull'intera comunità, non fa ritorna a casa; una tredicenne, r.m.; passano i giorni, non si trova; niente feste, niente di niente; solo gruppetti di persone a parlare della ragazza scomparsa, paura, un paese in preda al panico; "stiamo attenti..."; ognuno dice la sua, solo affannose ricerche; dopo Ferragosto, la svolta, r.m., viene trovata morta in un boschetto non lontano dal paese.

Ero andato dal barbiere, adesso ha chiuso perchè morto; e mi aveva detto: "dottore, è scomparsa una ragazzina, non la trovano, tutto il paese è alla sua ricerca"; arrivato a 72 anni, g.g., nel 1977 aveva 38 anni, da poco sposato, ancora il ricordo lo emoziona; sospira, occhi lucidi, si fa vincere dall'emozione.

Le indagini; un costruttore di Agropoli finisce in manette con un'accusa tremenda, lui ha ucciso la ragazzina dopo averla violenentata; finisce in un pozzo senza fondo, il povero costruttore grida la sua innocenza; fino a quando chi fa le indagini non si rende conto che il costruttore è innocente, solo tanto chiasso e titoloni sui giornali per niente; quando il costruttore esce dal tunnel, costruisce una piccola capella su un terreno di sua proprietà; la dedica alla Madonna, anzi, alla sua Madonna, dice chiaro e tondo; oggi è un signore anziano, ma continua a tenere fiori freschi nella cappella di campagna, costruita a ricordo di un momento buio.

Web visto da Positano news

Web visto da Positano news, Marcianise, arresti per omicidio di un ventenne nel 2003

La Squadra Mobile di Caserta, coordinata dalla Procura Distrettuale di Napoli, ha eseguito dieci ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti esponenti del clan Belforte di Marcianise in relazione ai reati di omicidio, detenzione e porto di armi comuni e da guerra, e rapina. Le misure restrittive si riferiscono all'omicidio di un ventenne, avvenuto nell'ottobre 2003, che aveva partecipato ad attivita' estorsive contro imprenditori - gia' taglieggiati dai Belforte - per conto dell'opposto clan dei Piccolo, organizzazione criminale che, sin dagli anni '90, contende ai Belforte il controllo delle attivita' criminali. (ANSA).