martedì 12 aprile 2011

Confraternita 4

Cilento Salerno, venerdì santo, le confraternite sono l'emozione più bella

guarda per me le congreghe sono l'emozione più bella che si può provare...io da piccola ho sempre avuto a che fare....nel senso sono cresciuta con i canti del venerdi' santo...essendo una famiglia che ha fatto parte della confraternita...come tu ben sai .Segnala · Il cielo ridiventa grigio. Qualcosa sta cambiando nell’aria. E’ un segno del destino. Il giorno più triste e bello dell’anno si avvicina. Ne mancano dieci al Venerdì Santo, dies in cui Gesù di Nazaret (il figlio di Dio per noi cristiani) fu barbaramente torturato e fatto morire, dissanguato, su una Croce, erta, a mò d’avvertimento, sulla sommità del Golgota.
La linea tra l’essere il giorno più triste e ed il giorno più bello dell’anno non potrebbe essere più sottile che a Montecorice, dove da circa cinquecento anni (prima del 1571), giovani e meno giovani rendono omaggio, solennemente vestiti, alla tomba del Cristo, idealmente dislocata in ogni frazione cilentana.
Si tratta del giorno più triste dell’anno, in quanto come cantano le voci più belle del Cilento, “Giorno di lutto è questo”, rammentando di non dimenticare le sofferenze patite da un Dio fattosi uomo per la salvezza di noi tutti.
Allo stesso tempo, però, a Montecorice, e nella maggior parte dei paesi del Cilento, il Venerdì Santo è un giorno bellissimo, pèrché l’amore e la voglia di tanti giovani, anziani e bambini di indossare gli abiti della Congrega, testimoniano che il sacrificio del figlio di Dio non è stato vano. Attraverso le nostre voci, i nostri gesti, le nostre preghiere, Gesù annuncia la sua vittoria.
A dispetto dei suoi cinquecento anni (circa), la Confraternita del S.S. Rosario di Montecorice sembra una bambina, vogliosa di crescere e di essere coccolata. Lo testimoniano i nostri “cantori”, che nonostante, a detta di tutti, siano i più bravi, provano,ogni sera, da Natale, le canzoni, cercando, in modo parallelo, di tramandare i vecchi canti e di inserirne, ogni anno, qualcuno nuovo.
All’aspetto religioso è connesso quello storico-culturale. Le Confraternite del Cilento dovrebbero essere conosciute non solo in tutta Italia in quanto, forse, rappresentiamo un unicum (le altre confraternite sparse sulla penisola hanno finalità diverse) ma nel Mondo intero. Ognuno di noi ha il dovere morale di far conoscere la bellezza della nostra tradizione, perché il Cilento non è solo mare, mare ed ancora mare.
A questo proposito, con la collaborazione del Priore, il dott. Vincenzino Cera, noi dell’Associazione Culturale “Pro Loco Montecorice”, cercheremo, durante il periodo estivo, di inaugurare una sorta di museo della Confraternita, per dar modo a tutti i turisti di ammirare e (sicuramente) apprezzare questo nostro grande, immenso bene.
Manca poco. Dieci giorni passano in fretta. Montecorice è in fermento. Tutti sono vogliosi di rendere omaggio a chi, 2000 anni fa, è morto a causa della sua bontà. Tutti sono, allo stesso tempo, vogliosi di tramandare la tradizione, scrivendo la storia che verrà.
Ai montecoricesi (ed ai cilentani, in generale) dico: siate orgogliosi di far parte della Confraternita.
Ai numerosi turisti che affolleranno la nostra costa suggerisco, col cuore in mano,di dedicare il Venerdì Santo ai nostri riti, sicuro che rimarrà dentro di voi un dolce, emozionante ricordo.
Grazie dell’attenzione.

Il Presidente dell’Associazione Culturale “Pro Loco Montecorice”
Raffaele Meola
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sotto modello di lavoro

“Quando si parla dell’amore per il passato bisogna fare attenzione; si tratta dell’amore per la vita: la vita è sempre molto più al passato che al presente.
Il presente è un momento sempre breve: anche quando la sua pienezza lo fa sembrare eterno.
Quando si ama la vita, sia ama il passato perché esso è il presente quale è sopravvissuto nella memoria umana”.

Queste parole di Margherite Yourcenar – poetessa della storia – sono il benvenuto nel sito ufficiale del Corteo storico del Corpus Domini di Orvieto e costituiscono una degna introduzione e una sorta di viatico per l’interpretazione del fenomeno del Corteo storico che sfila ogni anno in Orvieto per celebrare le vicende del Sacro Corporale e riportare alla nostra memoria l’epoca in cui si svolsero.




Il Corteo Storico

La festa del Corpus Domini fu istituita ad Orvieto nel lontano 1264 da Papa Urbano IV e, con la "Bolla Transiturus", estesa a tutto il mondo cattolico.
I festeggiamenti hanno inizio la mattina in Duomo con l’esposizione e l’adorazione della santissima reliquia del Corpus Domini.
Si celebra, poi, una messa solenne alla quale segue la processione del Santissimo Corporale, con la partecipazione del Corteo Storico della città di Orvieto, che si snoda lungo le caratteristiche vie cittadine.

La processione del Corpus Domini alla quale è strettamente correlato il Corteo Storico venne istituita nel 1337.
Il Corteo Storico della città di Orvieto riproduce il potere civile e la forza militare del libero comune, quando la città, uscita da una lunghissima "notte", divenne comune potente e rispettabile.
Quattrocento costumi preziosi come gioielli, unici ed irripetibili come opere d’arte; abiti che hanno richiesto giorni e giorni di lavoro paziente, la perfezione dei ricami, le stoffe pregiate, i tessuti al telaio fatti di innumerevoli e sottilissimi fili di seta intrecciati a mano, poi le armi, scudi, elmi e corazze, finemente cesellate e lavorate dalle abili mani di artigiani locali che ancora seguono tecniche d’altri tempi, costituiscono un "unicum" di arte e di cultura che non ha eguali.

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