mercoledì 6 aprile 2011

Giornalisti precari, manifestazione il 9 aprile a Roma

Ventimila giornalisti precari incazzati. I numeri del Il Coordinamento dei Giornalisti Precari di Roma e il comitato promotore della manifestazione del 9 aprile “Il nostro tempo è adesso” hanno incontrato i vertici della FNSI (delegazione composta dal Segretario Generale e Presidente Franco Siddi e Roberto Natale, dal Responsabile per il piano contro il precariato Fabio Azzolini e dai membri di Giunta Leyla Manunza, Paola Vescovi e Carlo Parisi). Questi ultimi hanno annunciato di voler aderire al corteo di Roma accanto alle sigle di tutti precari e lavoratori autonomi dell’informazione e si è avviato un percorso di confronto sulle insopportabili difficoltà, illegalità e mancanza di tutele che i collaboratori di ogni tipo di testata sono costretti a subire quotidianamente.
L’incontro di oggi è un altro buon risultato delle iniziative che stanno portando un esercito di lavoratori (ci rivolgiamo agli oltre 20.000 giornalisti esterni alle redazioni che producono più della metà dell’informazione in Italia) a dare vita ad un movimento civile e culturale che porti all’attenzione pubblica situazioni di precariato e sfruttamento ai limiti della lesione della dignità umana.
Il sindacato unico ha promesso di impegnarsi più che in passato per far valere le sacrosante richieste di chi si trova schiacciato da un sistema che si regge sulla ricattabilità dei singoli e sulla mancanza di regole chiare e controlli. La FNSI ha inoltre ammesso la necessità di combinare le iniziative di base con il rafforzamento del sistema delle rappresentanze, per efficaci azioni di lotta al mercato selvaggio dell’editoria dove si gioca una partita fondamentale per la libertà e la dignità di tutti. Ora attendiamo finalmente azioni concrete.
Riforma dell’accesso alla professione, formazione adeguata e trasparente, tariffari dignitosi, sanzioni per gli editori che attingono ai fondi pubblici e che si dimostrano non virtuosi, rappresentanza nei cdr: questi e altri temi non sono più prorogabili. Per questo scendiamo in piazza il 9 Aprile nelle principali città italiane.

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