lunedì 23 maggio 2011

Bagnasco, politica inguardabile

La politica è diventata "inguardabile". Il cardinale Angelo Bagnasco aveva già fatto appello

Un clima di "tranelli" incrociati e crisi istituzionale, al bisogno di maggiore "sobrietà" da parte dei protagonisti della scena partitica italiana. Non era mai giunto, però, a parlare di una politica "inguardabile" e sceglie di farlo a pochi giorni da ballottaggi che coronano un crescendo di polemiche che l'episcopato italiano ha guardato con sempre maggiore apprensione.
"La politica che ha oggi visibilità è, non raramente, inguardabile, ridotta a litigio perenne, come una recita scontata e - se si può dire - noiosa", ha detto Bagnasco nella prolusione di apertura dell'assemblea generale dei vescovi di primavera. "E' il dramma del vaniloquio, dentro - come siamo - alla spirale dell'invettiva che non prevede assunzioni di responsabilità. La gente è stanca di vivere nella rissa e si sta disamorando sempre di più. Gli appelli a concentrarsi sulla dimensione della concretezza, del fare quotidiano, della progettualità, sembrano cadere nel vuoto". Bagnasco non lesina poi critiche ad una stampa "che appare da una parte troppo fusa con la politica, tesa per lo più ad eccitare le rispettive tifoserie, e dall'altra troppo antagonista, e in altro modo eccitante al disfattismo".

Ovviamente non prende posizione nella competizione elettorale, Bagnasco, ma sembra indicare che i vertici della Chiesa guardano ormai oltre l'attuale frangente e l'attuale classe dirigente. La Cei - spiega tornando sul refrain di una "nuova generazione di politici cattolici" - è impegnata a "preparare una generazione nuova di cittadini che abbiano la freschezza e l'entusiasmo di votarsi al bene comune".

Nel suo intervento di apertura del 'parlamento' dei vescovi italiani, che si riunisce da oggi a venerdì in Vaticano, Bagnasco tocca i vari capitoli cari alla Chiesa, dalle politiche per la famiglia al contrasto alla disoccupazione, dall'approvazione del testamento biologico senza tatticismi e con un'ampia convergenza in Parlamento alla necessità di non sottrarre risorse per la scuola al problema dell'immigrazione, rispetto al quale "non tutto ha prontamente funzionato" in Italia ma anche l'Europa dovrebbe dimostrarsi più solidale. E' tuttavia il quadro generale della società italiana che sembra preoccupare di più Bagnasco. "Corrompere i costumi, e ancor più il modo di pensare - da qualunque parte provenga -, è un crimine contro Dio, la persona e la società intera", afferma il capo dei vescovi. s.r.

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