mercoledì 18 maggio 2011

Matrimonio in Italia, quando non fa più tendenza

Matrimonio, non sei più di moda, Repubblica.it fa un po di conti

Istat: negli ultimi 2 anni si è registrato un calo del 6%, 30mila nozze in meno. "La causa - per le associazioni dei consumatori - sono i costi elevati". Per sposarsi servono dai 30 a 50 mila euro. Ma con qualche accorgimento la spesa si può dimezzare
di MONICA RUBINO

E VISSERO felici e contenti. Ma senza promessa sull'altare. Agli italiani il matrimonio piace sempre meno: secondo i dati Istat negli ultimi due anni le nozze hanno subito un calo del 6%, pari a 30mila celebrazioni in meno. Nel 2009 sono state celebrate 230.613 matrimoni, l'anno successivo poco più di 217mila (oltre 13.500 in meno), pari a 3,6 nozze ogni mille abitanti e se si prende in considerazione anche il 2008, le cerimonie in meno sono state 30.000 (nel 2008 erano state 246.613, pari a 4,1 ogni mille abitanti). Secondo il rapporto Istat "Il matrimonio in Italia", con dati riferiti al 2009 e al 2010 (ancora provvisori), ci si sposa meno e più tardi perché si rimane in famiglia più a lungo: i giovani hanno difficoltà a trovare il lavoro e la casa e quando si decidono a compiere il grande passo hanno già in media 35 anni, almeno dieci in più rispetto all'età delle nozze dei propri genitori. Inoltre secondo le associazioni dei consumatori, Adoc e Federconsumatori in testa, ci si sposa sempre meno perchè i costi sono troppo elevati: per un matrimonio tradizionale si può arrivare a spendere oltre 30 mila euro 1.

I dati regione per regione. Il rapporto Istat dimostra che la tendenza alla riduzione delle nozze è in atto dal 1972, ma nel biennio 2009-2010 il calo è stato "particolarmente accentuato": la variazione media annua ha raggiunto il -6%, valore decisamente al di sopra del -1,2 in media negli ultimi 20 anni. Inoltre la diminuzione ha interessato tutte le aree del Paese. Tra le regioni, quelle in cui il calo è stato più marcato sono Lazio (-9,4%), Lombardia (-8), Toscana (-6,7), Piemonte e Campania (-6,4 in entrambi i casi). A diminuire sono state soprattutto le prime nozze tra sposi entrambi italiani: 175.043 nel 2009, ovvero 10.706 in meno rispetto al 2008.

Prime nozze in calo. La flessione dei matrimoni è dovuta per due terzi al calo delle prime nozze, che costituiscono la quota più rilevante del totale delle celebrazioni (il 93,5% nel 1972 e l'85,7% nel 2009). I primi matrimoni, in valore assoluto, sono passati da quasi 392mila nel 1972 a 197.740 nel 2009; di questi, 175.043 si riferiscono a celebrazioni in cui entrambi gli sposi sono cittadini italiani. E' proprio la riduzione di questa tipologia di matrimoni che ha contribuito maggiormente (67%) al calo osservato tra il 2008 e il 2009. Sono soprattutto i giovani al di sotto dei 35 anni d'età ad aver mostrato nel 2009 una decisa riduzione della propensione a sposarsi. Attualmente gli sposi al primo matrimonio hanno in media 33 anni e le spose 30, sei in più rispetto ai valori del 1975. Meno matrimoni, dunque e avanti con le unioni di fatto, che hanno superato il mezzo milione nel 2007. L'Istat conferma che l'incidenza di bambini nati al di fuori del matrimonio è in continuo aumento e ha raggiunto il 21,7% del totale dei nati nel 2009.

Convivenze in aumento. Sono in aumento anche le convivenze pre-matrimoniali, che possono avere un effetto sulla posticipazione delle prime nozze. Ma è soprattutto la sempre più prolungata permanenza dei giovani in famiglia, ha rilevato l'Istat, a determinare il rinvio delle cerimonie nuziali. L'effetto di questi fattori è stato amplificato nel biennio 2009-2010 da una congiuntura economica sfavorevole che, verosimilmente, ha contribuito ad accentuare un diffuso senso di precarietà e d'incertezza. La peculiarità del 2009 consiste, pertanto, nell'accentuarsi della tendenza alla diminuzione e alla posticipazione delle nozze: la propensione a sposarsi prima dei 35 anni è diminuita in un solo anno di circa del 7% sia per i celibi sia per le nubili, valore più che triplicato rispetto a quello osservato tra 2008 e 2007.

Il confronto con l'estero. Il calo della nuzialità osservato in Italia, sostiene l'Istat, è comunque in linea con quanto avviene in altri stati sviluppati e, in particolare, in quelli in cui il matrimonio ha finora rappresentato un'opzione diffusa (come nei Paesi europei del Mediterraneo). Così in Spagna, tra il 2009 e il 2008, si è registrato un decremento di quasi 20.000 cerimonie (-11%), mentre quello rilevato nel decennio precedente si assestava intorno al -2. Nel 2009, il numero di matrimoni registrati in Gran Bretagna e Galles è stato particolarmente esiguo, il livello più basso toccato dopo la flessione osservata nel 1985. Anche gli Stati Uniti sono stati colpiti dalla crisi dei matrimoni, diminuiti nel biennio 2008-2009 sia in termini assoluti sia considerando i tassi di nuzialità; questi ultimi sono passati in soli due anni dal 7,3 per mille abitanti del 2007 al 6,8 del 2009.

Spese alte e strategie per risparmiare. Se i costi per un matrimonio tradizionale sono troppo elevati - una media di 27mila euro secondo l'Adoc - risparmiando su ogni voce della spesa si può scendere a circa 12mila euro, il 55% in meno. L’associazione dei consumatori ha indagato sul nuovo fenomeno delle nozze “low-cost”, che puntano sul fai-da-te e su soluzioni economiche ma non meno originali. Per esempio, inviando le partecipazioni via sms o a mano si risparmia il 92%, realizzando le bomboniere a mano l’89%. Sugli abiti si può risparmiare fino al 77%, magari noleggiandoli o acquistando capi online o di passate collezioni. Per il trucco, le foto e l’auto si può chiedere a parenti o amici, per il ricevimento si possono scegliere soluzioni come l’agriturismo, le locande o addirittura l’happy hour, coniugando la qualità al prezzo. (Giovanni Farzati)

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