mercoledì 30 marzo 2011

Magonza, Museo Gutenberg, in mostra la storia della parola stampata

Una nitida giornata d'aprile del 1978 all'aereoporta Rhein-Main di francoforte, nella Germania, giornalisti ed autorità attendono con impazienza l'arrivo di un pacco spedito da Hans Peter Kraus, mercante di libri rari a New York. Il pacchetto il cui valore è di vari miliardi, scortato dalla polizia, era una BIBBIA di GUTENBERG che ha fatto ritorno nella città dove era stata stampata oltre 500 anni prima.

Oggi questa Bibbia è il pezzo più raro in mostra nello straordinario Museo Gutenberg di Magonza che è dedicato esclusivamente all'arte della stampa e dell'inventore dei caratteri mobili, Johannes Gutenberg;

la storia della parola stampata; dalle tavolette con su incisi i caratteri cuneiformi babilonesi, risalenti a 4500 anni fa, alle più moderne apparecchiature per la fotocompoizione.
Oltre ai libri rari, fanno parte della raccolta 70.000 copertine, 60.000 ex libris, numerosi campioni di scrittura e di caratteri, giornali di interesse storico, carte da gioco ed incisioni su carta; vi si può anche ammirare la più piccola versione mondiale del Padre Nostro, un libro delle dimensioni di un'unghia nel quale la preghiera è ripetuta in sette lingue.



Oggi nel Sancta sanctorum, una sorta di camera di sicurezza con l'aria condizionata, che si trova al primo piano, nella parte centrale dell'edificio, viene custodita la preziosa Bibbia.
Lampade speciali illuminano i due volumi in cui è divisa: il Vecchio Testamento, aperto alle prime pagine del Libro di Malacchia, ed il Nuovo Testamento, messo in mostra in una vetrina contigua.
I due volumi, riscoperti nel 1951 tra le proprietà degli eredi di George Shuckburg, un nobiluomo inglese, sono rilegati in marochhino rosso dai bordi dorati.
La carta non ha perso nulla dell'originario splendore, e la vivezza dei colori è rimasta intatta.
Fregi dorati decorano le pagine e tutte le iniziali; capoversi ed ornamenti sono dipinti a mano in rosso, blu ed oro.
Delle circa 200 Bibbie che Gutenberg cominciò a stampare nel 1452 ne rimangono solo 48, disseminate in 13 paesi e gli esperti le considerano i più bei libri mai stampati.
Nel seminterrato del museo un artigiano fa funzionare un torchio tipografico proprio come 500 anni fa: dopo aver messo uno stampo per lettere in uno strumento per la fusione a mano, l'uomo lo riempie con un mestolo contenente una lega di piombo, stagno, antimonio e bismuto fusi alla temperatura di 300 gradi.

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