Italiani, quando per i tedeschi erano mangiatori si spaghetti...spaghettifress
Un no grazie, senza giri di parole, Gennaro ha 26 anni, siamo nel 1955, la sera dice sempre di no a chi lo invita a uscire per giocare a carte nelle birrerie; siamo ad Haidelberg; Gennaro ha lasciato la moglie con gli anziani genitori, due bambini, al paese, non lontano da Vallo della Lucania, nel salernitano, ritorna a casa solo a Natale, carico di valigie e con regali per tutti, cioccolato,scarpe, sciarpe, orologi, regali in soldi; quando arriva è una festa, vive la casa, ritrova le sue cose, la moglie, i figli, la sera al fuoco, i ricordi, mamma e papa tanto cari.
Poi arriva Natale, la messa, il presepe in chiesa, gli amici, le lunghe dormite, suona la sveglia, è il giorno della partenza, uno strazio, la macchina da noleggio del paese è gia pronta, un ultimo abbraccio alla moglie, alle sorelle, ai figli, le lacrime, torna presto; dalla fine del 1955, l'Italia ha assistito alla partenza di circa 4 milioni di suoi connazionali:una media annuale di circa 80.000 persone; nel 1965 partirono 270.000.italiani,i primi lavori in Germania nelle miniere, durissimi, si spaccavano le reni, mandavano i soldi al paese, alla famiglia,nell´edilizia; nell' industria pesante,uomini per la maggior parte privi di studi, non sapevano parlare il tedesco.
Un grosso contngente di persone ha lasciato il sud per la Germania, ecco le percentuali in rapporto alla popolazione, Sicilia 19,3 per cento , Calabria 13,5 per cento, Campania 13,3, Sardegna 10,5. (Giovanni Farzati)
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